Roberto Gualtieri in un’intervista a ‘Domani’ si è proiettato su Expo 2030 e lanciato un chiaro messaggio anche ai Paesi che dovranno scegliere tra Roma e Riad.
E’ tempo di scelta per quanto riguarda Expo 2030. Martedì potrebbe arrivare la decisione definitiva sulla città, ma c’è anche la possibilità di un ballottaggio da Roma e Riad nelle prossime settimane.
“Abbiamo fatto tutto il possibile – conferma Gualtieri in un’intervista a Domani – tutti si sono impegnati, ora non ci resta vedere i voti che porterà. Ci sentiamo rappresentanti di un modello di eventi multilaterali diverso, più coerenti con lo spirito di queste istituzioni globali. Se poi i Paesi ritengono che tutti i grandi eventi internazionali devono andare nel Golfo perché acquistati con i petrodollari, possiamo solamente accettare. Ma noi diciamo al mondo: occhio“.
Gualtieri sulle scelte per Roma
Non solo Expo, Roma in questi mesi è anche impegnata in diverse modifiche a partire dai trasporti. “Negli ultimi anni sono stati fatti pochi investimenti – sottolinea Gualtieri – noi stiamo lavorando sul trasporto di ferro, abbiamo aperto tanti cantieri. La gente non è contentissima, ma non potevamo non farlo. Stiamo anche chiedendo a Ferrovie di incentivare gli investimenti e aumentare la frequenza dei treni. In più siamo riusciti a rinnovare la flotta degli autobus“.
“Il nostro obiettivo è quello di diminuire l’utilizzo dell’auto – spiega ancora il sindaco – e per farlo dobbiamo rendere disponibili la maggioranza dei servizi entro i 15 minuti di distanza. Ci si deve spostare solo quando si vuole e non perché si è costretti“.
Gualtieri il futuro del Pd
Non poteva mancare naturalmente un passaggio sul Pd da parte di Gualtieri: “Il partito ha una responsabilità storica: quella di costruire una alternativa per quado ci ritroverà ad alcuni bivi come per esempio il Green new deal o il premierato. Non esiste in un Paese che una minoranza di persone possa eleggere esecutivo e legislativo. Non si tratta di una nomina diretta del presidente del Consiglio, ma di analfabetismo costituzionale”.