Un gruppo di parlamentari di Fratelli d’Italia guidati dal deputato La Salandra ha istituito la giornata della cultura della motocicletta ma ci sono i dazi
Una scelta a dir poco discutibile. Sia per il marchio della moto scelta, ma anche, e forse soprattuto, per il momento che sembra a dir poco opportuno. Tutto nasce all’interno di Fratelli d’Italia un anno fa circa quando l’onorevole meloniano, La Salandra, insieme ad altri suoi colleghi, ha istituito la “giornata della cultura della motocicletta”, scegliendo però lo storico marchio americano della Harley Davidson.
La giornata sarà il 21 giugno prossimo. Sarà la prima. Una scelta strana e alquanto curiosa, soprattutto legarla a un marchio che possa rappresentare in qualche modo il made in Italy, quando di italiano non hanno nulla, ma lo stesso La Salandra spiega che è “simbolo del marchio Italia, legato ai mestieri artigianali, quali i fabbri o i conciatori”. Una scelta bizzarra che ha fatto un po’ sorridere, forse indispettire anche aziende come Aprili, Guzzi e Ducati (anche se da qualche anno è controllata da fondi stranieri ndr).
E lo stesso La Salandra ha cercato di spiegare a sua volta il motivo della scelta: “Abbiamo scelto di chiamare l’intergruppo Harley-Davidson non per il marchio in sé, ma perché è rappresentativo di tutto il mondo del motociclismo” che ha coinvolto in questa sua impresa anche anche altri di FdI, come Salvatore Deidda, presidente della commissione Trasporti della Camera; Gianluca Caramanna, responsabile Turismo del partito; Fabio Pietrella, della commissione Turismo della Camera.
I problemi potrebbero essere diversi come la scelta di andare su un marchio straniero e farlo passare come “made in Italy” quando all’interno dello stesso partito una cosa del genere non è sicuramente vista molto bene, ma non è tanto questo, quanto Harley-Davidson è al centro della guerra commerciale con gli Stati Uniti. E’ una delle aziende che sono state colpite nella contro-risposta della Ue a Trump, ma non tanto adesso quanto qualche anno fa.
Già perché quanto Trump impose nel 2018 i primi dazi del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio, per vendetta la Ue replicò con dazi su quasi 3 miliardi di euro di export americano simbolico: i jeans Levi’s, il whiskey e, appunto, le Harley-Davidson.
In mezzo a tutto questo c’è anche un contenzioso legale, con tanto di sentenza recente del 21 novembre 2024 della Corte di Giustizia Ue che ha dato torto ad Harley-Davidson per aver spostato fittiziamente alcune lavorazioni in Thailandia al solo scopo di aggirare i dazi europei sulle motociclette made in Usa. Ma ora tutto torna in ballo. E la Meloni, forse, non sarà contenta per niente di avere questa piccola polemica da gestire.
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