Il dibattito è acceso e anche piuttosto sentito all’interno di Fratelli d’Italia, anche e soprattutto dopo l’uscita della figlia di Almirante
‘Spegnerla o tenerla accesa’, questo è il dilemma. O il problema a seconda dei casi. Per la sinistra è uno dei motivi su cui fare leva alla nostalgia del fascismo, per i militanti di Fratelli d’Italia, o almeno per la stragrande maggioranza, un non problema anzi, sta quasi diventando un fastidio tanto da “soffiarci sopra” e spegnerla definitivamente, ovvero toglierla dal simbolo e togliere qualsiasi alibi.
Dall’iniziativa del ministro Ciriani alle parole dure e decise della figlia di Almirante che se la prendeva con chi dimentica il passato, sono andate via ventiquattrore o giù di lì e il tema è sentito. C’è chi è d’accordo nel toglierla, la maggioranza, chi fa spalluce e dice che non è certo un argomento all’ordine del giorno, dando però la sensazione di non volerlo fare, chi invece è convinto che si può levare.
D’altronde era già stato fatto quando Alleanza Nazionale entrò nel Pdl e nel Partito popolare europeo con Silvio Berlusconi, tanto che il ministro Lollobrigida al Foglio sottolinea che “quelli eravamo sempre noi. Sempre la nostra storia”. Non solo. Riprendendo le parole di Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento, Lollobrigida osserva che è “il simbolo di una storia finita”. E Lollobrigida la pensa come Ciriani, più drammatico il presidente del Senato Ignazio La Russa che liquida il tutto con una battuta: “La Fiamma? Anche il mondo finirà prima o poi”.
Per non parlare del capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera e missino doc, Tommaso Foti che sottolinea come se “ne possa parlare”, riguardo a togliere la fiamma. L’unico, tra questi “anziani” del partito, che appare un po’ restio a riguardo è Fabio Rampelli, una sorta di padrino di tanti ex giovani come Meloni e Lollobrigida che sull’argomento è meno possibilista e sulla fiamma spiega che “arde come la passione”.
“Toglierla non è una tragedia, siamo altro…”
Il ministro dell’Agricoltura, è abbastanza serafico sul tema e, seppur con un certo fastdio, cerca di non dribblare l’argomento anche se ci prova, ma poi spiega: “Non mi piace parlare dei simboli, perché più degli ‘involucri’ sono importanti i contenuti. E sono i contenuti che definiscono un progetto politico. Il nostro non è un progetto nostalgico, siamo una moderna forza di governo. Aperta. E con tante anime”.
E sulla Fiamma, Lollobrigida è abbastanza sereno nel dire che “non è un elemento chiave per noi. Peraltro, la invito a notare che la Fiamma che oggi è nel simbolo di Fratelli d’Italia è già stata ‘nettata’, mi passi il termine, da tutti quegli elementi grafici che rimandavano al Movimento sociale o alle nostalgie del fascismo. Non c’è più da tempo quella roba”.
La sinistra, una volta tolta la Fiamma, magari si ravvederà su alcuni temi, anche se, probabilmente, si attaccherà ad altro, ma a Lollobrigida non interessa più di quello che è e sentenzia: “Nostalgia? Ma di cosa? E’ stata tolta la base da cui scaturiva la Fiamma, che qualcuno sosteneva fosse la tomba di Mussolini”.
E non lo era? “Gli studiosi dicono che non lo era. Quindi, ripeto, quello in ogni caso già non è più un simbolo missino. Cosa è? Un simbolo neutro, come la fiamma che sta sui berretti dei Carabinieri e della Guardia di Finanza”. E allora perché se ne parla così tanto? Toglierla o meno, resta il dilemma, chissà per quanto tempo ancora.