Foibe, Conte e Schlein voltano le spalle: per il Pd diventa una ‘ricorrenza’

Una giornata per commemorare e ricordate migliaia di vittime italiane ridotta dal Pd a una ricorrenza: Conte e Schlein voltano le spalle alle foibe

La parola foibe in Italia ancora mette i brividi. Ma non per i motivi che speriamo. L’equivalenza foibe uguale fascisti, smentita anni fa anche grazie alla battaglia condotta nel 1998 dal duo compost da Gaetano Violante e Gianfranco Fini, era l’unico appiglio di una sinistra che non si è mai aperta alla memoria di una strage.

Foiba di Basovizza
Foibe, Conte e Schlein voltano le spalle: per il Pd diventa una ‘ricorrenza’ (Ansa Foto) – Cityrumors.it

Tra i seimila e i settemila italiani uccisi, gli oltre trecentomila profughi istriani, dalmati e fiumani costretti a fuggire, quando i territori sono passati in mano alla Jugoslavia del dittatore Maresciallo Tito. Tutto questo nascosto in fragoroso e doloroso silenzio, in una classificazione della morte.

Cittadini italiani uccisi solo perché visti come minaccia, perché gli unici capaci di difendere quelle zone adriatiche che Tito nel maggio-giugno del 1945 voleva annettere a Belgrado. Uccisi e fatti sparire in buchi profondi metri, che hanno preso il nome di foibe. Da qui la fuga di trecentomila cittadini italiani da quelle zone che, con il trattato di pace del 10 giugno del 1947, diventano jugoslave.

Tutti raggiungono la penisola, attesi da 109 campi di raccolta, rappresentati da una foto: quella della giovanissima Egea Haffner, la bambina con la valigia, il simbolo dell’esule giuliana. La cacciata della Jugoslavia dal Cominform da parte di Stalin, però, favorisce il rimescolamento delle carte. Tito e Belgrado diventano interlocutori dell’Occidente e una stretta di mano cancella la storia.

Conte, Schlein e Braga: ore le foibe diventano una ricorrenza

La memoria viene quindi rimescolata negli sfocati ricordi, a tratti smentita, altre volte ridimensionata o giustificata con la ‘morte dei fascisti’, quando in quel caso di politico e di fascista c’era poco o nulla. Così cala il silenzio e cala ancora oggi, a più di 80 anni di distanza dalla strage.

Giuseppe Conte durante una trasmissione televisiva
Conte, Schlein e Braga: ore le foibe diventano una ricorrenza (Ansa Foto) – Cityrumors.it

Cala davanti agli atti vandalici che, a un giorno dall’anniversario, provano a macchiarne di rosso il ricordo. Lo stesso colore della vernice usata per scrivere in slavo: “Trieste è nostra” e ancora: “Trieste è un pozzo” davanti alla foiba di Basovizza. Un’occasione in più per ricordare o per voltare le spalle.

Una differenza che probabilmente, qui sì, viene spesso delineata dal colore politico. Sì, perché la sinistra si divide tra chi come Piero Fassino e l’ex Presidente di Regione del Friuli-Venezia Giulia, Debora Serracchiani, sottolinea gli atti brutali e chiede a gran voce rispetto. Così come hanno fatto anche Anna Ascani e Valter Verini, o Matteo Renzi tramite i propri canali social.

Una piccola parte che tiene alto il valore della dignità e si contrappone al resto. A chi, invece, si gira e guarda da un’altra parte o fa peggio, come la presidente dei deputati Pd, Chiara Braga che riduce tutto a una “ricorrenza o chi, invece, ignora e sceglie il silenzio come Giuseppe Conte e i 5 stelle o la leader del Pd Elly Schlein. Forse in ferie, forse troppo furbi per parlare di una semplice ricorrenza.

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