Il professore spiega il momento difficile della presidente del Consiglio e la esorta a non smettere di proseguire quello che ha cominciato un anno fa
Non è facile parlare in un momento così delicato e difficile, dal punto di vista personale, ma soprattutto per quello che sta vivendo il paese e anche la crisi internazionale. Non era una scelta semplice da prendere, ma il Premier Giorgia Meloni è andata avanti per la sua strada, anche se ci sono delle cose che convincono fino a un certo punto. “La psicologia ride della realtà, si muove su altre lunghezze d’onda”, sembra quasi una massima, ma sono le parole del professore Ernesto Galli della Loggia che riguardo a tutto quello che sta accadendo alla Meloni e attorno a lei non lo sorprende.
Da analizzare e sottolineare secondo l’editorialista del Cor Sera sono i toni usati nell’intervento della presidente del Consiglio, con diversi collegamenti agli avversari politici e non. Quel “che si rotolano nel fango”, non lo hanno sorpreso anzi fa parte di quello che è la Meloni o meglio di quello che è sempre stata e ha rappresentato, ma secondo Galli della Loggia è necessario fare un passo in avanti. “C’è un passato – dice Galli della Loggia – che non riesce a essere cancellato, quello della minoranza assoluta, degli esclusi”. Il riferimento è all’essere underdog, ma è anche vero che la Premier governa da un anno e tutti i riferimenti che sono serviti per arrivare dove è adesso si possono anche mettere da parte.
E lo spiega nella sua analisi che rilascia al quotidiano Il Foglio: “Il mondo da cui Meloni arriva è stato oggettivamente per decenni ai margini, se non proprio fuori dal sistema, un fatto che ha lasciato un deposito psicologico molto forte”. La Meloni ha voglia di costruire e allestire nel tempo una destra repubblicana moderna e queste parole non è che le danno una mano ad andare avanti.
“A discolpa della presidente del Consiglio – prosegue il professore Ernesto Galli della Loggia – va detto che nella storia del nostro paese quella di Meloni non è stata una minoranza qualunque: erano i fuori legge, gli esclusi per definizione, non sorprende quindi che in un momento di difficoltà questa cosa riemerga. E’ la psicologia dell’escluso: puoi anche essere stato ammesso in prima classe a suon di voti, ma se per una vita hai viaggiato in terza, ti senti addosso sguardi non proprio amichevoli. Soprattutto se non ti fidi fino in fondo dei tuoi compagni di viaggio”.
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