L’ex storico braccio destro di Berlusconi nello sport si candida nel collegio che è stato del Cavaliere
E’ stato un amico e un fedele alleato nella vita lavorativa di Silvio Berlusconi. Ogni foto, ogni situazione legata al calcio vedeva spesso Adriano Galliani insieme e in totale sintonia con il Cavaliere, da cui ha avuto una grande amicizia, ma anche la grande opportunità di diventare uno dei dirigenti sportivi più longevi e capaci del calcio. Adesso, per restare legato a un termine caro a Berlusconi, “scende in campo” per le elezioni suppletive per il seggio al Senato che fu del suo amico di una vita, Silvio Berlusconi. “Quando Silvio Berlusconi mi propose di lavorare con lui per realizzare la televisione commerciale in Italia, gli posi una sola condizione, che lui, un po’ stupito, accettò: che io potessi continuare a seguire il Monza a ogni partita, anche nelle trasferte, dovunque fossi e qualunque cosa stessi facendo. Il Monza è stato ed è la grande passione della mia vita, il grande legame con le mie radici, la mia terra, la mia infanzia e la mia mamma».
Da sempre Adriano Galliani si è messo in evidenza per la sua competenza e capacità, aveva avuto già un’esperienza in politica ma decise che era arrivata alla fine, ma adesso che il seggio del suo amico è rimasto vacante per la sua scomparsa, l’ha vista come una chiamata da un certo punto di vista. “La nostra è la moralità del fare, cioè la capacità e la determinazione di mantenere gli impegni presi, di realizzare davvero quello che promettiamo agli elettori. L’esperienza nelle aziende e nello sport è per me un punto di forza“.
Non ha paura dell’astensione anche se ne parla con dovizia di particolare: “L’astensione è il nostro nemico, ed è il nemico più pericoloso per la democrazia. Vorrei che tutti gli elettori di centrodestra riflettessero sull’importanza di compiere un piccolo sacrificio, come quello di andare alle urne, non solo per eleggere Adriano Galliani, ma per garantire numeri più solidi in Senato al governo di centrodestra che ha un grande compito da realizzare“.
Il suo programma è ben preciso e naturalmente tocca la Brianza e un modo ancora più solido per farla ripartire nel migliore dei modi: “Dai suoi punti di forza: un tessuto di 75mila imprese, per gran parte piccole e medie, che ne fa uno dei territori più avanzati d’Italia, che si confronta ogni giorno con l’Europa, ma che proprio per questo ha bisogno di godere delle stesse condizioni dei concorrenti stranieri. Quindi infrastrutture adeguate, una burocrazia più agile, una giustizia che funzioni in tempi accettabili, un livello di pressione fiscale che non scoraggi la crescita, un costo del lavoro alleggerito dal cuneo fiscale e un costo dell’energia competitivo“.
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