Il generale ha parlato a L’Avvenire della situazione tra israeliani e palestinesi: “Ma non venga dimenticata l’Ucraina”
Intervistato dall’Avvenire, il generale Graziano è intervenuto sulla guerra tra Israele e i palestinesi. L’ex presidente del Comitato militare Ue ha parlato, poi, anche del conflitto Russia-Ucraina, con un appello all’Unione europea: “Le colpe vanno sempre cercate in chi porta un attacco, non in chi lo subisce. Il terrorismo usa da sempre la sorpresa e l’inganno, anche se lo fa ora con armi, mezzi e una crudeltà senza precedenti. Anche l’esplosione della guerra dello Yom Kippur nel 1973 sfruttò l’effetto sorpresa e un momento di crisi. Sorprendente fu l’attacco dell’Isis all’Iraq e parte della Siria. Ma, sconfitto il Califfato, non si poteva certo pensare di aver debellato le centrali terroristiche. L’obiettivo non è solo il controllo di Gaza e possibilmente di tutti i territori palestinesi, ma quello di portare la destabilizzazione, non solo in Israele, ma anche nei Paesi arabi coinvolti negli ancor timidi processi di pace“.
A suo giudizio l’attacco non può essere solo farina del sacco di Hamas: “Vede, Il terrorismo internazionale è inter-collegato, dall’Afghanistan è stato in grado di spingersi nel Sahel, in Niger con le implicazioni della Wagner, e in vari scenari del Mediterraneo. Hamas è un’organizzazione sofisticata, che ha agito sfruttando un momento di instabilità legato all’esplosione di diversi conflitti, compresi quelli in Nord Africa e Medio Oriente“.
Da non dimenticare l’Ucraina
Nominando l’Afghanistan, Graziano ha ricordato il ritiro da Kabul, dove ha guidato le forze multinazionali e che lui ha sempre definito un errore. Questo perché l’esercito afghano era ancora troppo debole per garantire un equilibrio e una stabilità all’interno del paese. E infatti, poi, i Talebani sono tornati al potere, con tutte le conseguenze, catastrofiche, del caso.
In riguardo alla guerra russo-ucraina, ha spiegato che è importante che non si sgretoli la compattezza creatasi in quel conflitto. C’è bisogno, quindi, che, nonostante ciò che sta accadendo in Israele, l’Europa rimanga solida nel sostegno all’Ucraina. La paura è che Putin possa tornare ad un Impero russo 2.0, visto che sta utilizzando qualsiasi mezzo e e tipologia di arma. Il generale sostiene che la caduta dell’impegno per Kiev sarebbe una vera e propria tragedia, e darebbe un messaggio a tutto il mondo che è corretto e produttivo praticare l’illegalità e l’ingiustizia. È sbagliato, quindi: gli impegni internazionali devono porsi degli obiettivi che durano nel tempo e preoccuparsi di portarli a termine quanto prima, senza mollare prima del loro conseguimento.