Il mensile del Financial Times elegge il ministro italiano Giorgetti: “Compito difficile, in Italia i problemi sono tanti”
Il Financial Times è un quotidiano noto a tutti coloro abbiano un minimo di confidenza con la stampa, anche solo per sentito dire. Nel suo ambito, però, non è uno di dei tanti, bensì uno dei quotidiani economici-finanziari più importanti del mondo, oggi gestito e di proprietà della holding giapponese Nikkei.
Tra le numerose rubriche e iniziative che presenta ogni anno, il Financial Times propone anche una rivista mensile che prende il nome di The Banker, la quale si occupa di tutte quelle notizie che fanno riferimento agli affari internazionali, con news, ma soprattutto approfondimenti, statistiche e classifiche che riguardano tutti i Paesi.
In tal senso, nelle ultime ore il The Banker è stato citato da tutti i media italiani dopo la sua ultima uscita. Tra le pagine della rivista, infatti, veniva proposto anche il titolo di miglior ministro delle finanze dell’anno, elaborando una selezione di ordine mondiale che ha visto salire davanti a tutti l’italiano Giancarlo Giorgetti.
Un riconoscimento che, in questo senso, è in linea con la visione delle agenzie internazionali che, andando controcorrente rispetto alla visione dell’opposizione in Italia, avevano confermato il proprio giudizio, e in alcuni casi lo avevano migliorato, riguardo a Giorgetti, andando ad analizzare il merito creditizio dei Paesi.
La motivazione del The Banker su Giorgetti
Tra le pagine del The Banker si legge anche la motivazione intorno a questo riconoscimento, con la rivista mensile che spiega: “Essere il ministro delle Finanze italiano è un compito ingrato. I problemi economici che affliggono il Paese sono molteplici: crescita lenta, bassa produttività, elevata evasione fiscale e uno dei maggiori oneri del debito pubblico al mondo”.
Una situazione che conosciamo bene e che, concretamente, Giorgetti si è trovato ad affrontare una volta salito in cima al proprio ministero con l’ingresso del Governo Meloni. Ancora il The Banker aggiunge: “queste sfide spiegano perché negli ultimi due decenni molti governi italiani hanno fatto ricorso alla nomina di ministri delle Finanze per lo più tecnocratici”.
Eppure, Giorgetti rappresenta un’eccezione secondo la rivista mensile: “È un operatore politico veterano, considerato un membro moderato e relativamente pro-europeo del partito della Lega”. A confermarlo sono anche i numeri che il ministro dell’Economia ha portato dal 2022.
Oggi lo spread è di 115 punti, sceso significativamente dai 240 del 2023, mentre la borsa nel corso del suo biennio ha avuto un incremento del 40% rispetto al passato. Così come il riconoscimento dell’Istat che ha sottolineato come nel terzo trimestre del 2024 il potere d’acquisto delle famiglie è cresciuto per la settima volta. Alcuni numeri che svelano chiaramente il motivo per cui il The Banker ha deciso di premiare Giorgetti.