Giorgia Meloni riceve il Global Citizen Award dalle mani di Elon Musk. Questo sodalizio mette il Governo in una posizione complicata.
Giorgia Meloni e l’America. Un binomio che tiene banco in queste ore sia sul piano istituzionale che su quello mediatico: la seconda sfera di confronto è quella più spinosa e il motivo si chiama Elon Musk. Il magnate deve consegnare alla Premier italiana il Global Citizen Award.
Un riconoscimento che sottolinea il lavoro importante intrapreso dal Governo italiano in questi mesi. L’Atlantic Council of New York basa questi encomi su numeri e cifre che identificano le sorti di un Paese. In Italia, rispettivamente agli anni scorsi, l’occupazione è aumentata e la crescita economica sembrerebbe procedere in maniera spedita.
La stretta attualità non è contemplata: vale a dire che il Premio in questione considera il ritratto di un’Italia direttamente dal recente passato. Quel che accadrà nel 2024-2025 sarà stabilito più avanti. Dunque le polemiche sulla Legge di Stabilità non sono annoverabili nelle cerimonie di queste ore.
Da una protesta all’altra: se le opposizioni non possono cambiare il passato, cercano almeno di pungolare il presente. Infatti quel che ha fatto saltare sulla sedia gli oppositori – con Elly Schlein e il Partito Democratico in testa – è la scelta della Presidente del Consiglio di essere premiata da Elon Musk. Uomo fortemente conservatore, ma anche in vista sul piano economico.
Il fondatore di Tesla è un capostipite per le innovazioni tecnologiche di questa parte di secolo. In un quarto degli anni Duemila ha inventato un nuovo modo di circolare, in grado di ridurre le emissioni, e non solo. Si è inventato, con l’aiuto di un team di esperti, combustibili fatti sulla base di rinnovabili. Tutte cose che alimentano il business energetico.
Oltre gli affari, poi, c’è la politica. Qui Musk si rende – con merito, perchè non ha mai nascosto le proprie influenze in termini di voto – abbastanza divisivo. L’uomo è dalla parte di Trump: la politica dell’altro uomo d’affari più chiacchierato d’America è fortemente conservatrice. Nessuna tutela per le minoranze, etniche e sociali, profonda avversione alle nuove tenenze di genere (siano esse rappresentate dalla comunità LGBTQ+ che da altri) e una voglia di riportare gli Stati Uniti a una condizione vincolante per i mercati internazionali.
Significa sviluppare un’autonomia che traccia confini laddove potrebbero esserci opportunità: dai muri al confine con il Messico alla reintroduzione di armi nel mercato globale a stelle e strisce. Tutte cose che ci sono già, ma non vengono agevolate tanto facilmente. Anche per via di nuovi stilemi culturali che vanno a comporsi e mal si associano con il conservatorismo decantato alla Casa Bianca dai Trumpiani e non solo.
Giorgia Meloni si è fatta premiare da questo ritratto di politica. Non proprio un assist al bacio per l’Italia: questo pensano le opposizioni che avrebbero preferito un approccio più neutrale da parte della Premier. In special modo sotto elezioni: negli USA si vota e farsi vedere a braccetto con Musk, uno dei più fervidi sostenitori di Trump, non è un buon biglietto da visita.
Non solo per Meloni, ma anche e sopratutto per un Paese democratico (e non conservatore) come l’Italia. Giorgia Meloni respinge gli attacchi definendo il sodalizio con Musk un incontro istituzionale. Il peso di certi avvicendamenti, però, potrebbe essere pagato in ambito elettivo. Qualora Kamala Harris, la principale oppositrice di Trump, dovesse arrivare alla Casa Bianca, il rapporto con lo Stivale è – in qualche maniera – segnato.
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Ora l’Italia rappresenta uno di quei Paesi da attenzionare, soprattutto dopo il favore di Orban nei confronti di Matteo Salvini, la dialettica tricolore si sposta su altri confini – per rimanere in tema – e le ripercussioni di certe scelte potrebbero avere un ruolo preponderante all’interno di un futuro sempre più prossimo.
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