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Politica

Giustizia, via libera a decreto, il “bavaglio” è legge ma Meloni la rende meno severa

Grazie a un intervento della Premier, sarà meno rigida nell’applicazione anche perché le sanzioni non ci sono più

Non si potranno più pubblicare gli atti della custodia cautelare almeno fino a quando non saranno concluse le indagini preliminari. E non ci saranno più sanzioni per i giornalisti.

Giustizia, via libera a decreto, il “bavaglio” è legge ma Meloni la rende meno severa (Ansa Foto) Cityrumors.it

Non ci saranno sanzioni ma il bavaglio, seppur in formato ridotto, rimane. Il decreto legislativo che approda in Consiglio dei ministri imporrà il divieto, per i giornali, di pubblicare gli atti di custodia cautelare, almeno finché non siano concluse le indagini preliminari o fino al termine dell’udienza preliminare.

Si potranno diffondere soltanto i contenuti, senza riportare le parole precise tra virgolette, mentre solo il capo di imputazione potrà essere trascritto fedelmente. Al contrario di ciò che avrebbe voluto Forza Italia, il provvedimento non riguarderà i sequestri e le interdittive. Perché negli ultimi giorni il governo, finito sotto il fuoco di fila delle proteste, ha deciso di ridimensionare la stretta escludendo anche le multe.

Pertanto se un giornalista decide di pubblicare ugualmente pezzi di ordinanza, non limitandosi a riportare letteralmente solo le accuse e a raccontare il contenuto dell’ordinanza, non sarà sanzionato. E neanche l’editore sarà multato. Questa decisione è stata sollecitata dagli uffici legislativi, convinti che prevedere anche delle sanzioni avrebbe portato il governo ad andare fuori delega. Con il rischio di rilievi del Colle.

Italia Viva e Azione spingono per sanzioni

Del divieto di pubblicare gli atti di custodia cautelare si parla da mesi, da quando il deputato di Forza Italia Enrico Costa, ai tempi in Azione, ha depositato un emendamento in tal senso. A settembre il decreto legislativo è stato esaminato dal Consiglio dei ministri e poi sottoposto alle due commissioni Giustizia di Camera e Senato che hanno redatto i loro pareri non vincolanti.

Proprio le indicazioni arrivate dalle commissioni puntano a stringere le maglie: la maggioranza, insieme a Italia viva, chiede di estendere il divieto di pubblicazione a tutte le altre ordinanze prevedendo inoltre multe per i giornalisti e non solo agli editori fino a 500mila euro. Le sanzioni, per adesso, non sono previste ma non è escluso che vengano inserite nel disegno di legge sulla diffamazione fermo al Senato.

Italia Viva e Azione spingono per sanzioni (Ansa Foto) Cityrumors.it

Niente nuove sanzioni ma sarà vietata la pubblicazione “delle ordinanze che applicano misure cautelari personali fino a che non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza preliminare”. Lo prevede il decreto legislativo, approvato oggi in Consiglio dei ministri, che era stato ribattezzato “legge bavaglio” dalle opposizioni e dalla Federazione nazionale della stampa. Il provvedimento, si legge, ha accolto le osservazioni delle commissioni parlamentari “solo in riferimento all’ampliamento del contenuto della norma, ma non all’introduzione di un nuovo apparato sanzionatorio”.

Daniele Magliocchetti

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