In una intervista che ha rilasciato al quotidiano “La Repubblica” è intervenuto l’ex presidente del Consiglio e della Corte Costituzionale, Giuliano Amato
L’argomento della discussione non poteva che essere quanto sta accadendo in Israele, ovvero il conflitto in Medio Oriente oramai vicino quasi ai due mesi. Per poter porre fine a questa guerra Giuliano Amato ha la soluzione. Ne ha parlato ai microfoni del quotidiano “La Repubblica“. Ha ribadito che il Medio Oriente deve tornare allo spirito di Oslo per potersi basare sulla pace tra due popoli e, di conseguenza, due stati.
Da quel 7 ottobre, giorno dell’inizio della guerra, per Amato la stessa Israele ha il diritto ed il dovere di dover reagire e, di conseguenza, eliminare la presenza di Hamas. Queste sono alcune delle sue parole: “La mia fermezza nasce anche da una semplice constatazione: Israele è la mia civiltà. Tutta la storia delle persecuzioni ebraiche dimostra quanto della nostra civiltà la cultura ebraica sia parte e quanto abbia contribuito a farla crescere. Quello che ora non possiamo non chiederci è come ci siamo arrivati“.
Di chi è la colpa per questa guerra? “In primis da parte di chi ha governato Israele negli ultimi 15 anni. Arafat? Ricordo un dialogo con lui avvenuto a Palazzo Chigi. Gli dissi che aveva accettato che ci fosse lo Stato sovrano di Israele su questa terra. Lui era contrariato. Pensai che era evidente il fatto che il diritto al ritorno dei palestinesi non potrà non essere concordato con lo Stato che ha la sovranità su quel territorio. Tutto questo è venuto meno con Benjamin Netanyahu“.
Medio Oriente, Amato: “La sinistra sbaglia a sostenere Hamas”
Poi ha continuato dicendo: “Nel corso di questi anni sono state ridotte le possibilità concrete perché nascesse lo Stato palestinese. Ho seguito questa espansione grazie al lavoro dell’ebreo Henry Siegman. Quest’ultimo faceva disegnare sulle mappe il progressivo addensarsi degli insediamenti. L’altro elemento di frattura era l’atteggiamento punitivo dei coloni e dei militari israeliani nei confronti della popolazione palestinese. Netanyahu non ha fatto per impedire che Hamas venisse finanziata dal Qatar“.
Non si è fatta attendere la tiratina d’orecchie nei confronti della sinistra che è scesa in piazza per schierarsi con Hamas. Ritornando su Netanyahu fa sapere: “Qualcuno dei suoi ministri ha l’idea che la conquista di Gaza sia un legittimo obiettivo di Israele e quindi fa bene la comunità internazionale. In primis da Biden e Blinken. Qualcun altro la deve guidare. Ma la difficoltà è proprio qui. Abu Mazen? Non ha più le capacità per portare alla pace. Barghouti? Per la pace ci vuole un leader palestinese con forte credito“.
In conclusione si è voluto soffermare sulla posizione dell’Onu: “La più forte delle autorità palestinesi potrebbe trovarsi in difficoltà nel riportare ordine in una situazione caotica in cui non c’è solo Hamas ma anche altri gruppi jihadisti. Deve esserci la qualità, non solamente soldati di paesi malandati, disponibili a rimediare qualche soldo in più“.