In merito alla vicenda che ha visto come protagonista e vittima Indi Gregory è intervenuta la ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità, Eugenia Maria Roccella
La vicenda ‘Indi Gregory‘ è terminata nella peggiore maniera possibile. Nella notte di lunedì 13 novembre poco prima delle ore 2. Ad annunciarlo il padre della piccola che ha comunicato, al mondo intero, che la sua piccola era volata in cielo. Purtroppo non è bastato convincere i giudici della corte inglese che hanno imposto lo stacco delle spine dei macchinari che la tenevano in vita. Anche il nostro Paese, in particolar modo il governo italiano, ha fatto il possibile.
Oltre a darle la cittadinanza italiana lo scorso 6 novembre (per accelerare le possibili pratiche burocratiche) i ministri hanno tentato tutte le carte possibili per cercare di fare cambiare idea ai vertici del Regno Unito. Anche l’ospedale pediatrico di Roma del ‘Bambin Gesù‘ si era offerto volontario per le cure della piccola. Purtroppo non c’è stato assolutamente nulla da fare. In merito a questa vicenda ne ha parlato la ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità, Eugenia Maria Roccella.
Quest’ultima ne ha parlato in una intervista rilasciata al ‘Giorno‘. Queste sono alcune delle dichiarazioni che l’esponente di governo ha rilasciato al noto quotidiano: “La tragica storia della piccola Indi mi ha turbato molto, come del resto ha turbato e sconvolto l’opinione pubblica. Il nostro governo, con la premier Meloni in prima fila, ha tentato tutto il possibile per offrire una soluzione che consentisse di evitare questo epilogo”.
La ministra ha continuato dicendo: “Noi abbiamo offerto ai giudici validi elementi per poter decidere diversamente, anche perché con la concessione della cittadinanza italiana il console è diventato il rappresentante legale della bambina e su questa base è stato chiesto di applicare la convenzione dell’Aja. Ma evidentemente non è bastato. In questo caso è stata negata proprio la libertà di cura.
In conclusione ha dichiarato: “I genitori di Indi chiedevano semplicemente di poter scegliere una seconda offerta terapeutica. Dovrebbe far riflettere che ciò sia accaduto proprio in un Paese che ha una grande tradizione liberale. Sono le contraddizioni incredibili e laceranti cui ci troviamo di fronte nel nostro tempo. Un paradosso che ci dice molto della società in cui viviamo”.
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