Gian Domenico Caiazza, presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane, sull’uso delle intercettazioni: “E’ come spiare dal buco della serratura una persona. Esiste una norma, ma nessuno la rispetta”
Le dimissioni di Paolo Signorelli, portavoce del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, all’indomani della pubblicazione di alcune sue conversazioni con Fabrizio Piscitelli, ex capo ultras della Lazio, continuano a creare scalpore e polemiche. Il ministro della Difesa Crosetto ha scritto un lungo post sui social, nel quale poneva l’indice sull’uso indiscriminato di queste intercettazioni. “Dei messaggi privati, senza alcuna rilevanza giuridica, vengono usati per massacrarti”, il pensiero del ministro.
“Sei un cittadino incensurato. Intercettano i tuoi messaggi whatsapp in un gruppo con amici, nell’ambito di un’inchiesta. Nessuno di quei messaggi è rilevante” ha scritto sui social Crosetto, aggiungendo che questi messaggi non vengono distrutti, ma rimangono per anni da qualche parte. “Poi diventi il collaboratore di qualcuno famoso a cui fa piacere far male. Tirano fuori quei messaggi. Li estrapolano da qualunque contesto. Li rendono pubblici. Ti massacrano. Ti rovinano la vita. E passano ad altri. Quei messaggi erano criticabili? Si! Ma resta il fatto che nessuno di noi dovrebbe conoscere le conversazioni private degli altri”. Crosetto ha ribadito che “dovremmo scandalizzarci del fatto che ci sia qualcuno che conserva fatti privati (irrilevanti per lo Stato), per poterli usare quando serve, almeno quanto ci siamo scandalizzati per i contenuti. Invece per tutti è ormai una prassi normale. Per me no”.
Parole condivise da numerosi penalisti ed esperti. Come l’avvocato Gian Domenico Caiazza, Presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane all’ottobre 2018. “Ha ragione Crosetto – ha dichiarato in esclusiva ai nostri microfoni – c’è poco da dire. Ed io ci tengo a ribadire un concetto: non entro nel merito della telefonata e non voglio dare nessun giudizio sulla persona specifica che non conosco. Qui si parla di altro”.
Perché diceva che Crosetto ha ragione?
“Il principio è che bisognerebbe eliminare dalla disponibilità pubblica, tutte le intercettazioni che non hanno rilevanza nel processo penale per le quali sono state istituite. E’ molto semplice. Altrimenti si fa una copia forense dei telefonini sequestrati e si entra in possesso di una quantità indefinita di notizie riservate, sulle persone titolari di quel telefono, anche se non hanno nessuna rilevanza penale o incidenza sul processo”.
Nel caso specifico, si è andati a rileggere intercettazioni di tanti anni fa…
“Ma guardi: è come essere entrati in casa di questa persona ed aver sbirciato dal buco della serratura. O aver messo l’orecchio ed aver ascoltato le sue confessioni intime. E’ chiaro che si viene a conoscenza di tanti segreti. Ma in una società civile, tutto questo non dovrebbe accadere”.
La notizia ha fatto il giro dei giornali in poco tempo…
“Ho letto, così come ho letto i commenti di Salvini e di alcuni esponenti politici. Ma nessuno ha spiegato un cosa che era sotto gli occhi di tutti: qui è stato violato a monte un principio. Ripeto: se entro a casa sua e sento le sue conversazioni, qualcosa di interessante lo trovo. Ma siamo nella barbarie pura. Ed io francamente lo trovo squallido”.
Tornando a questo caso, la persona coinvolta non era neanche indagata…
“Esatto. Quella persona poteva dire le cose più disdicevoli del mondo in una conversazione privata. E realizzata diversi anni prima che ricoprisse un ruolo. Il problema non è questo: magari lo può essere per chi gli affida certi incarichi. Ma qui alla base di tutto c’è una questione fondamentale. Quella conversazione non dovrebbe mai essere disponibile. Perchè queste sono le regole”
Esistono delle regole in questo senso?
“Il Codice prevede che dovrebbero fare delle operazioni di scrematura e di distruzione delle intercettazioni irrilevanti ai fini del processo: della vicenda giudiziaria che ne ha giustificato l’acquisizione. Ma siamo alle solite…”.
In molti cittadini italiani è sorto un dilemma di non semplice soluzione: oggi molti si sentono in pericolo. Chiunque può essere intercettato e le sue parole possono finire sui giornali, anche se non indagato.
“Assolutamente. Poi parliamo di anni passati… ripeto, non mi interessa giudicare la persona in questione. Chiunque può cambiare, soprattutto a distanza di tanti anni. Ma la domanda che ci dobbiamo fare è necessariamente un’altra…”
Quale?
“Come si può tenere conto di una chiacchierata privatissima, di nessun rilievo penale? Ma che Paese siamo diventati?”.
La situazione può cambiare?
“Esiste una norma, ma si tratta di una norma che non prevede una sanzione. Quindi inutile. Una norma che stabilisce un principio, ma non sanziona la violazione del principio, non serve a nulla. In questo caso si acquisiscono le copie forensi di un computer, un telefono, perchè si immagina che da quei documenti emergano dati sull’indagato. Ma la norma prevede lo stralcio dei dati che non servono a nulla. Una telefonata con una mia amante, anche se sono un personaggio pubblico, va distrutta: anche se le dico delle cose curiose. Perchè non rilevante per l’indagine. Come si può conservarla e poi farla uscire sei, sette, otto anni dopo, solamente per mettermi in cattiva luce?”
L'ex Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica italiana è duro nei confronti della Corte: "Non c'è…
Crescono i beneficiari dei premi di produttività, con un valore medio annuo di oltre 1.500…
Dopo aver depositato il ricorso in Cassazione, adesso l'avvocato Schembri prepara un'altra battaglia: "Per tutti…
Fedez è pronto a tornare sul Web con un nuovo podcast. Il cantautore di Rozzano…
L'aeroporto, che è quello che frequentato e .trafficato dell'Inghilterra, ha avviato la procedura d'urgenza per…
Diletta Leotta cambia i piani di Mediaset. La Talpa non funziona: ascolti troppo bassi per…