Gianfranco Fini in un’intervista a ‘Il Fatto Quotidiano’ affronta diversi temi della politica a partire dalla presunzione di innocenza. Le sue parole.
Gianfranco Fini continua a seguire la politica da vicino e, in un’intervista a Il Fatto Quotidiano affronta diversi temi tra cui le vicende che stanno coinvolgendo il governo: “Il principio della presunzione di innocenza deve essere sempre tenuto in considerazione, ma c’è anche una questione politica che riguarda i singoli“.
“Io non penso che ci debba essere un automatismo tra inchieste e dimissioni, ma c’è una questione di opportunità politica: gli esponenti del governo che sono accusati di aver commesso qualche reato devono chiedersi se è ancora opportuno restare al proprio posto. Si tratta di un qualcosa di sensibilità“, continua l’ex inquilino di Montecitorio.
“Non si può parlare di questione morale”
Da parte del M5s hanno parlato di questione morale, ma Fini non la pensa così: “La questione morale era una cosa seria e riguardava la corruzione in politica e in imprenditoria. Oggi siamo in presenza di casi singoli e di accuse ancora da dimostrare. Per esempio su Sgarbi parliamo di un’accusa di un quadro rubato, su Santanché di un’azienda per cui è stato chiesto il fallimento“.
Infine, un pensiero da parte dell’ex presidente della Camera su come si sta muovendo il premier Meloni: “Per la conosco è molto sensibile al tema della giustizia. Casomai era la più giustizialista degli altri e non penso assolutamente che abbia cambiato idea. Certo, una volta, dopo un’indagine, il partito chiedeva di fornire spiegazioni e casomai di lasciare. Ora non è così. Caso Pozzolo? I fatti erano evidenti, lui ha portato una pistola ad una festa“.