Giorgio Gori in una lunga intervista a ‘La Repubblica’ getta uno sguardo al futuro del Pd e consiglia la Schlein su cosa fare per vincere.
Le ultime Europee e amministrative hanno confermato un Pd in crescita, ma la strada verso il ritorno ad essere il primo partito è assolutamente lunga. Il distacco con FdI è importante e per questo motivo il lavoro in casa dem non è assolutamente finito. Continuerà nelle prossime settimane con l’obiettivo di cercare di arrivare il prima possibile a contatto con il partito del premier e poi magari provare il sorpasso.
Sicuramente la vicenda inglese, con il successo dei labouristi, può essere presa d’esempio dal Pd italiano. Il partito di Starmer, infatti, è arrivato al successo dopo anni di difficoltà e sofferenze. E in un’intervista rilasciata a La Repubblica Giorgio Gori si sofferma proprio su questo ribadendo che in Inghilterra “è stata chiusa la stagione massimalista e identitaria e solo così si è riusciti a vincere“. Un qualcosa che secondo lui si dovrebbe fare anche in Italia se si vuole pensare ad ottenere dei risultati importanti.
Per Gori c’è bisogno di concretezza e affidabilità più che una svolta moderata. L’ex sindaco di Bergamo e oggi eurodeputato dem al quotidiano nazionale ricorda come Starmer ha messo i problemi del Paese e delle persone prima delle logiche del partito e questo ha permesso di acquistare la fiducia del popolo e andare a vincere le elezione.
Un qualcosa che il Pd sta facendo, ma non al livello di Labour. “Servono tre parole che i dem faticano a pronunciare – sottolinea ancora Gori – e si tratta di crescita, sicurezza e creazione di ricchezza. Le lasciamo erroneamente alla destra e invece sono necessario per i cittadini“.
Il percorso di Starmer è durato quattro anni. La strada per il Pd è assolutamente lunga, ma per Gori il tempo di cambiare marcia è già arrivato e si deve puntare sugli elettori che non votano più dem o non si recano alle urne. “Quando leggo che gli operati vanno a destra sto male – aggiunge l’ex sindaco di Bergamo – bisogna recuperarli partendo dalle loro necessità“. La strada è sicuramente quella giusta, ma sicuramente c’è ancora un lungo percorso da fare prima di raggiungere gli obiettivi prefissati.
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