Zanda: “Per il premierato non basta la legge. Ecco cosa serve”

Luigi Zanda in un’intervista a ‘La Repubblica’ ritorna a parlare del premierato e lancia un chiaro segnale alla maggioranza. Ecco tutti i dettagli.

Protagonista di un’intervista ai microfoni de La Repubblica, Luigi Zanda si sofferma sul premierato e ribadisce che il governo deve fare altro oltre che una riforma: “C’è bisogno di una assemblea costituente. Ma si tratta di una riforma che non garantisce comunque la stabilità, irrigidisce le istituzioni e alimenta i conflitti“.

Zanda intervista La Repubblica premierato
Luigi Zanda dice la sua sul premierato – Cityrumors.it – © Ansa

L’elezione diretta del presidente del Consiglio – continua l’ex senatore del Pd – trasforma l’ordinamento parlamentare della Repubblica presidenziale e per questo serve una assemblea costituzionale. La nostra democrazia regge sul sistema parlamentare, che è uno dei principi supremi della Carta, che non è possibile modificare con una legge di revisione costituzionale“.

“Il premierato è un progetto rischioso”

Zanda intervista La Repubblica premierato
Per Zanda il premierato è un progetto rischioso – Cityrumors.it – © Ansa

Per Zanda “ci sono ragioni politiche che sconsigliano la riforma Meloni. Il malato non è la nostra Costituzione, ma il sistema politico, i partiti e le loro classi dirigenti. L’idea di risolvere l’instabilità di un governo con una riforma costituzionale è davvero una illusione. Il presidenzialismo francese e americano ha garantito tranquillità al proprio esecutivo fino a quando i sistemi politici sono riusciti a tenere“.

Sul premio l’ex senatore del Pd sottolinea: “C’è un’ipotesi del 55%, ma non dice a quale soglia averlo. Penso che non si debba scendere al di sotto del 45% altrimenti il rischio è quello di trasformare una minoranza in una maggioranza. Prima si ragiona sulla riforma elettorale e meglio è“.

“Il Pd deve utilizzare argomenti solidi”

Zanda intervista La Repubblica premierato
Il consiglio di Zanda al Pd – Cityrumors.it – © Ansa

Zanda sottolinea che il Pd fa bene “a denunciare la pericolosità della riforma Meloni. Ma penso anche che dovrebbe spingere con più forza verso l’unione federale europea con una politica estera e di difesa, una gestione comune di immigrazione, ambiente e fisico. Solo dopo aver disegnato la nuova Europa si può iniziare a valutare se la nostra debba essere una Repubblica parlamentare o presidenziale. Davanti alle grandi questioni i Democratici sono obbligati ad utilizzare argomenti solidi“.

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