In Israele continua ad essere in allerta per un possibile attacco dell’Iran. Ma Teheran ha una posizione molto chiara su questa vicenda
Quando attaccherà Teheran? A questa domanda è difficile dare ad oggi una risposta. Sembrava davvero imminente una reazione da parte dell’Iran alla morte del leader di Hamas, ma per adesso non è arrivata l’offensiva da parte dell’esercito iraniano. Nessun cambio idea del governo, ma solo una attesa per capire come si evolverà la situazione e poi si prenderanno tutte le decisioni del caso.
Secondo quanto riferito dall’Ansa, l’Iran attenderà i colloqui di Ferragosto, a cui Teheran è interessata a prenderne parte, e poi deciderà come comportarsi. Se non ci sarà un accordo di cessate il fuoco a Gaza, allora ci dovremo aspettare una reazione da parte dell’esercito israeliano insieme a Hezbollah. In caso contrario, assisteremo il rischio di una reazione sarebbe scongiurato. Per questo motivo i prossimi giorni saranno fondamentali anche per il futuro di Israele.
La richiesta dell’Occidente
Attacco che preoccupa (non poco) l’Occidente. Nelle scorse ore il presidente Biden ha chiamato tutti i leader per fare il punto della situazione. Colloqui che hanno portato ad una richiesta all’Iran di ritirare le minacce contro Israele. Un tentativo che non ha funzionato visto che Teheran ha immediatamente respinto quanto chiesto dagli Stati Uniti ed Europa.
“La Repubblica islamica è determinata a difendere la sua sovranità e non chiede a nessuno l’autorizzazione per esercitare i suoi diritti legittimi“, la posizione di Teheran attraverso un comunicato stampa di Nasser Kanani, portavoce del del ministro degli Esteri.
La posizione dell’Italia
Anche l’Italia ha deciso di prendere una posizione ben chiara sulla vicenda del Medio Oriente attraverso una nota di Palazzo Chigi. La Presidenza del Consiglio ha svelato un colloquio tra il premier Meloni e il presidente Netanyahu nel quale il primo ministro italiano “ha reiterato il forte auspicio che si possa trovare un cessate il fuoco sostenibile a Gaza e il rilascio degli ostaggi in occasione del prossimo 15 agosto”. Inoltre è stato ribadito il sostegno alla mediazione guidata da Stati Uniti, Egitto e Qatar.
Un colloquio è stato utile anche per sottolineare “l’importanza di una de-escalation a livello regionale, incluso lungo il confine israelo-libanese dove è presente la forza di interposizione delle Nazioni Unite, UNIFIL, in cui l’Italia gioca un ruolo di primo piano“.