Il presidente dei Senatori di ‘Italia Viva’, Enrico Borghi, ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano ‘Avvenire’. Tanti gli argomenti che sono stati trattati dal politico
Enrico Borghi, esponente e presidente dei senatori di ‘Italia Viva‘, torna nuovamente a parlare della separazione avvenuta con il partito “Azione” di Carlo Calenda. Queste sono alcune delle sue parole: “La tattica è peggio della cosmesi. Meno credibile ipotesi ‘Terzo Polo’? Solo una persona con i paraocchi potrebbe non vederlo. Ma proprio questa considerazione ci spinge a spiegare i motivi politici della separazione“.
Su ‘Azione’ precisa: “Loro si accomodano per tornare a essere lo spin off del Partito Democratico. Si mettono sulla scia del Partito d`Azione, convinto che la sinistra avesse bisogno di un supporto di determinati ambienti. O di Spadolini, che dopo la caduta del muro di Berlino immaginava una grande sinistra con una guida laica. Si sbagliano”.
Su Calenda precisa: “Si sta illudendo. Pensa che l`accettazione del campo largo determinerà un passo indietro delle leadership di Schlein e Conte e un suo passo avanti. Non potrà mai accadere. Azione non diventerà la Margherita del centrosinistra. Quanto accaduto sul salario minimo è stato clamoroso: Calenda ha sposato l`agenda di Landini, che si immagina come nuovo Prodi, anziché l`agenda riformista“.
Italia Viva, Borghi: “Ora continuiamo da soli su questa strada”
Adesso il ‘Terzo Polo’ andrà avanti per la sua strada: “Lavoravamo per disarticolare questo scontro tra il blocco Meloni e Salvini e il blocco Schlein e Conte. Ora a lavorare per disarticolare questo schema ci siamo solo noi”. L’obiettivo, ovviamente, è quello di recuperare quanti più consensi possibili. Tanto da precisare che: “A destra c`è il tentativo di fare in Albania la Guantanamo italiana. Meloni non è la nuova Merkel. Il suo progetto di spostare l`Ue a destra è stato ammaccato“.
Una volta e per tutte precisa qual è la posizione ufficiale del suo partito: “Siamo una opposizione distante dalla destra e dalla sinistra. Per noi la partita parlamentare è tutta da giocare”. In conclusione ha voluto ribadire anche con quali proposte è pronto a lanciare Renzi: “Nel caso in cui il presidente del Consiglio venisse eletto, la norma sul secondo premier di legislatura non ha senso. Se dovesse cadere il premier eletto, si vota.
Non solo, saremo pronti a presentare un emendamento per dare al premier il potere di nominare e revocare i ministri. No alla soglia del 55% in Costituzione, ma in generale dico che la legge elettorale deve camminare con la riforma. Inoltre chiederemo di cambiare il bicameralismo perfetto“.