Tripudio alla Convention di Chicago per la candidata democratica alla Casa Bianca Kamala Harris. Ma Donald Trump non resta a guardare.
Partiamo da Tim Walz, 60 anni, ex insegnante di liceo ed attuale governatore del Minnesota, che ha accettato la nomination come vicepresidente, ripercorrendo la sua storia e ringraziando l’attuale presidente Usa Joe Biden per i quattro anni di leadership. “È l’onore della mia vita – ha detto Walz – accettare la vostra nomination per la vice presidenza degli Stati Uniti. Abbiamo la squadra giusta. Kamala Harris è tosta, Kamala Harris è competente, Kamala Harris è pronta”.
Walz in passato ha coniato per Trump il nomignolo “just weird”, ovvero “semplicemente strano”, che si è diffuso a macchia d’olio fino ad essere utilizzato dalla stessa Harris. Lo ha utilizzato sul palco anche nelle scorse ore, promettendo poi che a differenza dell’agenda repubblicana, proteggerà la classe media e quella dei lavoratori. Sul palco anche Oprah Winfrey, la conduttrice tv-opinion maker capace di influenzare milioni di suoi fedeli spettatori che ha ripetuto ai democratici di non mollare contro Trump.
A Chicago poi l’intervento dell’ex presidente Bill Clinton, che ha incentrato il suo discorso su Trump. “Lui crea il caos e poi lo coltiva, come se fosse un’arte preziosa. – ha detto – Nel 2024 la scelta è chiara tra ‘noi, il popolo’ e ‘io e me stesso’. Trump parla quasi sempre di sé stesso. Quindi quando lo sentite la prossima volta non contate le bugie, ma quante volte dice ‘io’. Le sue vendette, i suoi lamenti, i suoi complotti. Quando Kamala Harris sarà presidente – ha poi concluso – inizierà ogni giornata con ‘voi, voi, voi’”.
Michelle Obama: “Yes, she can”
In precedenza era già intervenuta Hillary Clinton, come ex segretaria di Stato, e Barack e Michelle Obama, che hanno riadattato lo storico motto da “Yes, we can” a “Yes, she can”. “Per anni, Donald Trump ha fatto tutto ciò che era in suo potere per cercare di farci temere dalla gente. – ha detto Michelle – La sua visione limitata e ristretta del mondo lo faceva sentire minacciato dall’esistenza di due persone di successo, laboriose, altamente istruite, che guarda caso erano nere. Chi gli dirà che il lavoro che sta attualmente cercando potrebbe essere proprio uno di quei lavori neri?”.
Sul fronte repubblicano, il tycoon ha puntato su uno dei temi caldi della campagna elettorale, ovvero Israele e la guerra a Gaza. “Io sono il miglior amico che Israele e il popolo ebraico abbiano mai avuto. – ha detto Trump – Ho fatto più per Israele di qualsiasi presidente. E francamente, ho fatto più per Israele di qualsiasi altra persona. Non c’è nemmeno paragone. Invece la ‘compagna’ Kamala Harris, marxista di estrema sinistra, che ha rubato la nomina a Crooked Joe (il nomignolo utilizzato per Biden, ndr), farà ancora meno. Israele è in guai grossi”. Inoltre il candidato indipendente alla Casa Bianca Robert F. Kennedy Jr. con ogni probabilità annuncerà domani la fine della sua campagna elettorale. Il politico starebbe negoziando il passaggio ai ranghi dell’ex presidente e candidato repubblicano Donald Trump.