Per l’ex Ministro degli Esteri e per il figlio del fondatore quella dell’ultima tornata elettorale è una sconfitta che segna un passaggio definitivo che mette a rischio la stessa esistenza del movimento
Le recenti elezioni europee per il M5S sono state un vero tracollo. Il partito di Giuseppe Conte, che alle scorse politiche aveva totalizzato il 15,4%, scende in picchiata al 10%. Una vera e propria debacle, malgrado lo stesso segretario di partito, in mancanza di volti noti tra i candidati M5S alle europee, si sia speso in prima persona in una campagna elettorale per un risultato finale troppo influenzato e indirizzato dall’astensionismo.
Dopo il grande sogno, l’ascesa continua degli ultimi anni e la legislatura sotto pandemia, forse la rivoluzione si è esaurita, fermata o perlomeno interrotta e il risultato delle elezioni per il nuovo Parlamento Europeo è stato come un brusco risveglio per il Movimento 5 Stelle, come guardarsi smarriti intorno e provare a capire come può essere accaduta una debacle del genere.
Dieci per cento. Mai percentuale più bassa era stata raggiunta dal M5S fino ad oggi in qualsiasi tornata elettorale fin dal quel clamoroso esordio che l’aveva portato a essere il secondo partito d’Italia. Il responso delle urne europee è stato impietoso e ora bisogna correre immediatamente ai ripari altrimenti si rischia che tutto sia finito per sempre, grande sogno compreso. “Non basta esistere per galleggiare, serve uno scopo, una missione, altrimenti è finita per sempre”. Ci va giù duro Davide Casaleggio, il figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle in una intervista sull’Espresso in edicola oggi, che aggiunge “se non si interpreta la volontà degli elettori, vuol dire che qualcosa si è sbagliato”. Secondo Casaleggio bisogna ridare nuova vivacità al movimento, c’è bisogno di nuovi contenuti che possano ridestare l’interesse di chi fino ad oggi aveva votato 5 Stelle. “Il progetto originale del Movimento partita dal basso e coinvolgeva le persone oggi c’è troppa distanza rispetto all’idea e ai valori originali”, continua il figlio del fondatore. Casaleggio inoltre non risparmia critiche all’attuale leader pentastellato Giuseppe Conte che ritiene responsabile della pesante sconfitta elettorale, anche se mette sotto accusa soprattutto il meccanismo della mono candidatura che aveva scelto i candidati sia alle elezioni regionali sia alle ultime europee. Ma Casaleggio ritiene che il M5S non debba essere ancorato a una figura, ma dovrebbe avere uno scopo e dovrebbe continuare a esistere a prescindere dalle figure che lo rappresentano, secondo lui senza questo principio il Movimento è finito.
Anche per Luigi Di Maio, il Movimento è arrivato a un punto di non ritorno e la sconfitta elettorale europea ne mina la stessa esistenza. Per l’ex Ministro degli Esteri la campagna elettorale che il Movimento aveva impostato tutta sulla pace non ha portato ai frutti sperati perchè oggi l’italiano è diviso tra la questione armi per aiutare il popolo ucraino e la questione Israele. “Per me questo non è più il Movimento 5 Stelle che noi conoscevamo, ma una forza politica completamente differente e mi dispiace contradire sia Mastteo Renzi che Giuseppe Conte, ma io non centro nulla con questa sconfitta”, afferma convinto Di Maio. Soprattutto, l’ex ministro rivendica la partecipazione del Movimento al Governo Draghi che bene ha fatto invece in quel momento così delicato in Italia e nel mondo. Oggi all’interno dei pentastellati sembra che si stia formando una corrente che vuole riportare il Movimento all’origine, dato che in questo momento è tutto totalmente nelle mani di Giuseppe Conte. Un ritorno al tripolarismo e non soltanto a un bipolarismo spalla a spalla soltanto con il Pd. “Conte lo ha modellato a sua immagine e somiglianza, ha fatto un’operazione legittima, che gli è stata consentita senza che nessuno alzasse un dito. Per questo credo che, nonostante questo risultato negativo, dentro al Movimento non cambierà niente”, afferma convinto Di Maio.
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