Una presa di posizione che ha sorpreso e creato polemiche, ma per il leader di Democrazia Sovrana Popolare nasconde altre intenzioni
Un rimprovero e una dura presa di posizione. Quella ufficiale del governo italiano nei confornti della Commissione Ue. Una lettera, quella di Giorgia Meloni alla von der Leyen, cui tanto si è parlato in questi giorni e che fa ancora tanto discutere.
Chi da una parte, chi dall’altra dice la sua, cercando di portare l’acqua al proprio mulino, da destra a sinistra. E di pareri ce ne sono stati tanti, ma c’è n’è uno in particolare che colpisce e che, forse, ha colto nel segno. Un ragionamento, quello che ha fatto Marco Rizzo, il co-leader insieme a Francesco Toscano, di Democrazia Sovrana Popolare, nonché candidato alla Presidenza della Regione Umbria, che parte da lontano e che va ben oltre alla lettera che Meloni ha inviato a von Der Leyen.
“Si, l’ho letta, ma per me c’è dell’altro – spiega Marco Rizzo -, nel senso che, a mio parere, a suo tempo, la Premier molto abile, avrebbe anche votato per la von Der Leyen, ma poi hanno visto l’arrivo dei Verdi e si sono sfilati al momento giusto, ma non è tanto questo”.
Ed è qui che la riflessione di Rizzo ha un suo perché ed è anche piuttosto logico, come spesso gli capita di fare, ovvero che quell’atto di Meloni, in questo caso della lettera dove si lamentava della relazione sullo stato di diritto e dell’uso politico che ne è stato fatto, non potrebbe essere altro che il primo piccolo passo verso un allontanamento dell’”euro-atlantismo” per convogliare sempre di più in una posizione e “in un movimento sempre più conservatore-sovranista, che poi è quello che l’ha portata fino a lassù, ad essere la più votata e fare in modo che diventasse presidente del Consiglio”.
D’altronde con i primissimi movimenti di Orban, che ha viaggiato tra Russia e Ucraina e Cina, “per non parlare delle posizioni che Matteo Salvini sta sempre più assumendo contro la guerra”, sembra quasi che ci si stia preparando per non deludere l’arrivo di Trump che, semmai dovesse vincere e diventare di nuovo presidente degli Stati Uniti, la pace in Ucraina, ma anche in Medio-Oriente sino alla vicenda taiwanese, potrebbe essere più vicina e rapida che mai.
Dunque come farsi scappare una simile occasione? Per Marco Rizzo, poi, il vero pericolo, di questa situazione legata alla guerra, sono e restano “i democratici di Biden e di chi viene dopo Biden”.
Sul resto, ovvero sulla Rai, Rizzo non ha grandi dubbi anzi non ne ha mai avuti: “La Rai è sempre stata lottizzata, ma che c’entra la Meloni? Nulla. E parla uno che cose di questo genere le conosce e se non fosse per qualche amico, in televisione neanche andrebbe, visto che la Rai non lo invita da anni, ma qui in Italia, invece di andare dietro a quello che ha detto seriamente Mattarella e si dovrebbe seguire, andiamo dietro ad altro.
E il leader di Democrazia Sovrana Popolare aggiunge e approfondisce un altro argomento: “Il tema vero sono anche le piattaforma social, che sono e restano private, basti pensare che la costituzione italiana prevede libertà d’espressione in tutto e per tutto, ma nei tempi moderni soprattutto, se mi blocchi i social, allora fai qualcosa di peggio perché arrivano dappertutto ed è un modo di comunicare e far vedere le proprie idee. La censura della democrazia in mani estere”
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