L’Unione Europea contro Elon Musk: il problema è X | Cosa non torna del nuovo algoritmo

L’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca chiama in causa il suo “braccio destro” Elon Musk: l’UE contro il proprietario di X.

Il 21 gennaio sarà l’inizio di una nuova era politica per gli Stati Uniti d’America. Il secondo giorno di Trump alla Casa Bianca, dopo l’insediamento del 20, avrà già un’agenda piuttosto fitta. Cerchiato di rosso, anche grazie al contributo dell’Unione Europea, c’è il dibattito riguardante il ruolo dei social. Tematica, applicata alla politica e all’informazione, che verrà discussa a Bruxelles ma riguarda in prima persona il fondatore di Tesla e proprietario di X (ex Twitter) Elon Musk.

Elon Musk
Elon Musk attaccato dall’UE (Ansa Foto) – Cityrumors.it

A far discutere e animare le fazioni opposte della politica europea e non solo sarà il ruolo di quest’uomo. La disponibilità economica di cui Musk gode, applicata alla gestione delle piattaforme social, crea scompiglio. Il timore è che quello che a tutti gli effetti è stato presentato come braccio destro di Donald Trump possa favorire propaganda e disinformazione attraverso canali e piattaforme che includono miliardi di persone e utenti.

L’Unione Europea attacca Elon Musk

Nella fattispecie ad accendere le opposizioni è l’avvento di quello che gli storici già chiamano tecno-feudalesimo: in sintesi, chi gestisce le piattaforme telematiche amministra – sul piano mediatico – il mondo. Da questi centri passano le news e i contenuti. Musk, nello specifico, ha coniato un nuovo algoritmo che preclude l’opera di fact-checking rispetto ai contenuti di informazione e non solo che vengono veicolati.

Elon Musk
Il proprietario di X potrebbe aver violato il DSA (Ansa Foto) – Cityrumors.it

Sinteticamente: ci sarebbe più spazio e meno controllo per fake news e ulteriori possibili alterazioni della realtà. Insomma X (e gli altri social) potrebbe iniziare l’era della post-verità con una deriva incontrollata e incontrollabile. Dove la propaganda potrebbe imporsi rispetto a valori univoci come verità, condivisione e soprattutto trasparenza.

Il tecno-feudalesimo passa (anche) dai social

Discorso che si anima ulteriormente quando a essere chiamata in causa è la libertà di informazione. Evitare tutto questo, con relativa e possibile censura, è compito dell’Europa ma anche degli Stati Uniti. Per questo è stato emanato il Digital Service Act: il regolamento che prevede il rispetto e l’adeguamento dei colossi del Web – inclusi i social – all’informazione plurale e rispettosa.

Amicizia
Il ruolo dell’Italia nel tecno-feudalesimo – Cityrumors.it – Ansa foto

In special modo rispetto all’attendibilità dei contenuti veicolati: la lotta alle fake news è solo la punta di un vastissimo iceberg alla cui base ci sono la tutela degli utenti e la loro possibilità di accesso alle fonti. Autentiche. Questo e molto altro sembra non esserci nel nuovo algoritmo di X che, secondo l’Unione Europea, avrebbe modificato la possibilità di gestire commenti e contenuti cassando un determinato tipo di post o reazioni. Aspetto odierno per poter indirizzare (anche) l’informazione.

Da Musk a Zuckerberg: la politica si muove in piazza (telematica)

Di tutto ciò è accusato Elon Musk, in larga parte quindi è coinvolta anche l’America e la nuova reggenza di Trump. Un tira e molla che presto diventerà braccio di ferro: quello delle prossime settimane sarà solo un primo atto. Importante anche capire la posizione dell’Italia, la quale ha più volte chiamato in causa Musk: i rapporti con Giorgia Meloni sono ottimi, ma c’è anche la questione Meta.

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Zuckerberg, infatti, sta seguendo – rispetto a certe dinamiche aziendali – il collega di Pretoria. Ulteriore banco di prova per certi temi che potrebbero addirittura minare la stabilità di Governo, non solo nello Stivale. I “link” – per rimanere in tema – che aprono le porte del futuro sono diversi e tutti molto importanti.

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