Manovra, Claudio Durigon non ci sta e allontana le critiche e le polemiche che si sono create: ne ha parlato in una intervista che ha rilasciato alla ‘Stampa’
Nella giornata di ieri ci sono stati dei piccoli, ma importanti, passi in avanti per quanto riguarda la manovra che molto presto verrà emanata da parte del governo e della maggioranza. Ovviamente non si sono fatte assolutamente attendere le polemiche e le critiche da parte degli altri esponenti politici. In primis Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, che ha definito la maggioranza completamente “agli stracci”.
Non le manda a dire neanche il segretario della Cgil, Maurizio Landini, che è pronto a scendere in piazza per sostenere i lavoratori. C’è anche chi afferma che il governo stia peggiorando l’attuale legge Fornero. In merito a ciò, però, è intervenuto direttamente il politico inquadrato in foto. Claudio Durigon, attuale sottosegretario e responsabile lavoro della Lega, ne ha parlato in una intervista che ha rilasciato alla ‘Stampa‘.
Manovra, Durigon: “Non abbiamo peggiorato la Fornero”
Queste sono alcune delle sue dichiarazioni: “Non è vero che abbiamo peggiorato la Fornero. Perché la legge Fornero, ad esempio, non prevedeva la flessibilità in uscita che noi abbiamo introdotto con Quota 103. E poi abbiamo abbassato il livello minimo di pensione richiesto per uscire a 67 anni di età con 20 di contributi.
Per quanto riguarda le pensioni contributive l’uscita a 64 anni con 20 di versamenti per le donne con almeno un figlio è stata resa più agevole abbassando da 2,8 a 2,6 volte la minima il valore richiesto per poter lasciare il lavoro. Sono tre interventi che nella Fornero non c’erano e che noi abbiamo inserito”.
Poi ha continuato dicendo: “È vero sono stati aggiunti dei nuovi paletti, ma è anche vero che nelle prime bozze c’era una Quota 104 con penalizzazioni che era anche peggio. In sostanza abbiamo voluto dare un’impronta politica alla nostra riforma“.
In conclusione ha ribadito: “Confermo che siamo intervenuti sul sistema retributivo, ma sapendo che ogni anno che passa il contributivo sarà sempre più prevalente nel calcolo degli assegni pensionistici. Già oggi pesa per i tre quarti mentre un quarto è basato sul retributivo”.