Parla la professoressa che ha fatto parte della famosa commissione Colao del Governo Conte che ha organizzato e pianificato i fondi del Pnrr
Un attacco senza fronzoli e senza pensarci più di tanto su come sono stati organizzati e pianificati i fondi del Pnrr. Arriva con qualche anno di ritardo, ma arriva. A farlo è la professoressa Mariana Mazzucato che ha fatto parte della commissione per decidere come e dove smistare determinati fondi e risorse. “Quando ho fatto parte della commissione Colao voluta dal governo Conte 2, che serviva a pianificare i fondi del Pnrr, mi sono accorta che era piena di gente della società di consulenza McKinsey. Ho chiesto: perché? La risposta fu che il servizio pubblico non è capace nemmeno di fornire una segreteria efficiente. Questo esempio è indicativo di come l’industria delle consulenze ha infantilizzato i governi e i sistemi pubblici”.
Mariana Mazzucato è una professoressa che lavora presso la University College London ed è anche la direttrice dell’Ucl Institute for Innovation and Public Purpose, parla e quasi si sfoga con il Fatto Quotidiano mentre presenta la sua ultima fatica, il suo libro, Il grande imbroglio, preparato, studiato e scritto insieme alla giornalista Rosie Collington (Editore Laterza) dove fa una vera e propria analisi con diversi resoconti come i sistemi pubblici della maggior parte dei paesi si muovono nel moderno capitalismo facendo organizzare gran parte del lavoro, se non proprio tutto da grandi società di consulenza private, come McKinsey, Deloitte, Kpmg e tante altre che non menziona.
“Queste società hanno mal organizzato l’economia e distrutto la capacità dei governi di operare”
Un libro che è un vero e proprio attacco a come vengono stabilite quasi le regole e sulle quali ci si muove, non solo in Italia ma anche a livello europeo. E tutto nasce da “un libro uscito poco prima del nostro che aveva soprattutto un approccio giornalistico, When McKinsey come to town“. Per la Mazzucato era più interessante “”capire come, attorno alle società di consulenza, al loro ruolo, abbiamo organizzato, anzi mal organizzato, l’economia, e come abbiamo distrutto la capacità dei governi di operare”.
Nel libro si parla anche di “l’infantilizzazione” dei governi, un concetto che mette apprensione e quasi paura, ma la professoressa non che ha il timore di raccontare come è e come la pensa: “L’economia liberale ha prodotto una visione del governo che non è pro-attiva, ma si limite a reagire cercando di sanare quelli più gravi. Si è così smesso di investire nelle capacità del servizio pubblico per aiutare il settore privato a creare valore. Le società di consulenza sono inserite in questo meccanismo”.
