Situazione sempre più complicata dopo l’uccisione del leader di Hezbollah, con tanti italiani che si trovano nelle zone colpite
La paura che hanno tutti, che la guerra, prima o poi, colpisca tutti. Le zone dell’Ucraina e del Medio Oriente sono collegate a tanti paesi e a tanti interessi. E ora che in Medio Oriente il conflitto si sia allargato in Libano mette ancora più ansia a tutti i governi, anche a quello italiano.
Il timore che ci possa essere una crisi globale che coinvolga ancora più paesi è tanta, per questo i leader di tutto il mondo sono pronti a scendere in campo e cercare di spingere con la diplomazia, anche se c’è da chiedersi cosa mai avranno fatto in questi ultimi due anni a partire dall’Ucraina e da almeno un anno in Medio Oriente.
Antonio Tajani, che con le parole è bravo va avanti sempre nella sua classica strategia e cerca di andare avanti, anche se quanto dice, lo esterna da parecchi mesi, ma non è che abbia portato a grandi risultati: “Non bisogna mai rinunciare diplomazia, l’unico modo che porta a risultati concreti e ad evitare l’escalation della violenza“.
In questi giorni il ministro degli Esteri è in Germania con il presidente Mattarella, sulla situazione in Medio Oriente. Dopo Gaza, il Libano. E quanto dice su Israele è sempre la stessa storia, mano avanti e anche indietro: “Israele ha il diritto a difendersi, ma dobbiamo stare attenti a che la situazione non sfugga di mano”. E, sinceramente, la mano sembra essere sfuggita da diverso tempo, ma, imperterrito Tajani, non molla e chiede il cessate il fuoco.
Il governo di Teheran ha garantito che manderà delle truppe, ma secondo gli esperti, i militari iraniani sono lì da diverso tempo e Tajani questo lo sa bene: “Questo è abbastanza noto. È chiaro che Hezbollah e tutti i proxy sono aiutati militarmente e addestrati dall’Iran”.
Il governo italiano sta cercando in tutti i modi di non lasciare mai i canali diplomatici, ma forse dovrebbe fare di più, come del resto dovrebbero farlo tutti gli stati Europei, cercando di fare più l’Europa e meno essere accondiscendenti con la strategia degli Stati Uniti, anche se quello che farà l’Iran da qui ai prossimi giorni sarà fondamentale.
Nelle ultime settimane si pensava che da Teheran si volesse evitare un’entrata in guerra e si cercasse di evitare l’escalation. Ed è dello stesso avviso anche il ministro Tajani che infatti, nel dialogo con Quotidiano Nazionale rivela che “ci hanno detto e così ci sembra, e del resto dopo l’uccisione di Haniyeh a Teheran non ci sono state ancora reazioni militari”.
Sul futuro il ministro Antonio Tajani non si sbilancia, ma ci tiene a sottolineare la sua linea che poi è anche quella del governo italiano: “Facciamo un appello a tutti, israeliani, iraniani, Hezbollah, houthi, perché prevalga il buonsenso. Dobbiamo scongiurare l’escalation. È una situazione molto critica, complessa, alla quale va trovata una soluzione”.
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