Meloni, dopo Cecilia Sala, tiene banco il dibattito sulla Legge di Bilancio: mezzo milione di euro alla fertilità. Caos in aula.
Mezzo milione di euro divide il Parlamento. La Legge di Bilancio torna in primo piano dopo la liberazione di Cecilia Sala: i festeggiamenti per un obiettivo raggiunto sono subito archiviati per tornare a discutere di come dividere i fondi a disposizione. Nel mirino c’è sempre la scuola: le opposizioni avevano chiesto 500mila euro per incentivare l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole.
Educare i ragazzi all’approccio sentimentale in tutte le sue forme doveva essere la priorità, invece i fondi a disposizione andranno alla formazione degli insegnanti riguardo all’infertilità e come prevenirla. Cambio di rotta che indispettisce +Europa. Il partito di Emma Bonino aveva promosso a gran voce la possibilità di incentivare l’educazione all’affettività.
Meloni, la scuola aspetta: niente educazione sentimentale
Prospetto spazzato via da quelle che la maggioranza di Governo definisce “altre priorità”. Nella fattispecie attraverso il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, il quale ha risposto a un’interrogazione parlamentare della Lega. Il Carroccio esulta per la decisione presa, mentre le opposizioni continuano a premere sull’abbattimento forzoso dell’ideologia gender (così definita dagli organi di Governo) nelle scuole.
Un modo, secondo +Europa e non solo, per alimentare la propaganda e “piegare la scuola pubblica a una visione conservatrice”. Lo ha detto senza mezzi termini Riccardo Magi supportato da Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra che ha aggiunto: “È una retromarcia gravissima, così si svilisce il Parlamento ed il Paese”.
500mila euro alla prevenzione dell’infertilità
Ciriani risponde nel merito ponendo l’accento sulla gestione dei conti: “500mila euro non sufficienti per approntare un nuovo orizzonte educativo di quel tipo”. Più netto, invece, Rossano Sasso della Lega: “Non ci sarà mai spazio per l’ideologia gender nelle scuole. Come si può pensare di parlare di certi argomenti a bambini di 5 anni?”.
L’esponente del Carroccio si era già espresso nel recente passato sulla possibilità di introdurre l’educazione sessuoaffettiva nelle scuole: aveva definito il progetto una “porcheria”. Insomma volano parole grosse sia dai banchi della maggioranza che da quelli dell’opposizione. Aspettare ancora, questo il riassunto di una Legge di Bilancio complicata che non prevede deviazioni e incentivi rispetto ad argomentazioni non ritenute fondanti.
La nuova gestione dei fondi
È stato aumentato, anche se di poco, il bonus per la salute mentale. Quello che un tempo veniva definito bonus psicologo, ma il dibattito centrale è un altro: in molti vedono questo cambiamento, legato all’addio dell’educazione sentimentale tra i banchi, come un passo indietro ulteriore nel mondo dell’istruzione.
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Meno fondi per educare, maggiori preoccupazioni per il futuro. La sintesi dell’orizzonte scuola è chiara. Meloni, con la collaborazione di Valditara, dovrà gestire questo malcontento che non è figlio soltanto degli ultimi provvedimenti. Il lato didattico del Paese nutre un’insofferenza che va avanti da mesi. Non soltanto legata ai programmi e alle aspettative: è proprio una questione di parametri non rispettati. Si attendono risposte che, a oggi, non sembrano essere arrivate. Dal punto di vista educativo, ma ancor più sul piano gestionale.