In una intervista che ha rilasciato al quotidiano “Il Messaggero” è intervenuto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani
Uno degli argomenti maggiormente discussi, in quest’ultimo periodo, non può essere quello relativo al Mes. Su questo tema ha voluto esprimere il proprio pensiero il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani. Quest’ultimo ne ha parlato in una lunga intervista rilasciata al quotidiano “Il Messaggero” dove ha espresso il proprio pensiero. Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “Noi siamo di principio a favore del Mes, ma serve un sistema di controllo tipo quello della Bce.
Il cui presidente si presenta quattro volte l’anno davanti all’Europarlamento e può essere chiamato a riferire in qualsiasi momento. Nel caso in cui dovesse passare questo tipo di proposta potrebbe essere risolutiva per arrivare a un accordo generale”. Quando gli è stato chiesto se la maggioranza dovesse subire o meno un contraccolpo la risposta non si è fatta attendere: “Nessuno, tra l’altro il Mes non è nel programma elettorale della maggioranza né in quello di governo. Abbiamo posizioni diverse, le abbiamo sempre avute”.
Mes, Tajani: “Servono più controlli europei ai Salva-Stati”
Allo stesso tempo Tajani ha voluto lanciare un chiaro messaggio nei confronti della sinistra: “Volete essere europeisti fino in fondo? Approviamo le macro riforme che sono sospese: dalla conclusione dell’unione bancaria ferma dal 2016, all’armonizzazione fiscale. La sfida è questa. Facciamo una scelta vera, su tutto. Noi siamo sempre stati coerenti, fin dai tempi di Berlusconi che criticava il regolamento del Mes bancario“.
Sulle ultime dichiarazioni rilasciate dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha preferito non commentare: “Vado per la mia strada”. Non è preoccupato neanche di possibili ripercussioni sul nostro Paese dopo il ‘no’ al Mes nei rapporti con l’Europa: “Sì, anche perché vorrei ricordare che Francia e Olanda votarono contro la Costituzione europea, molto più importante del Mes. Non mi pare si sia detto che erano isolate. E’ una balla dire che l’Italia non è europeista”.
In occasione delle prossime elezioni europee nel giugno del 2024 ha dichiarato: “Mi auguro che Giorgia Meloni ne faccia parte, che i conservatori ne siano parte integrante. Sicuramente il voto utile in Europa è a Fi e ogni maggioranza possibile ha per cardine il Partito popolare europeo, sia a livello di Commissione Ue che di Consiglio europeo”.
In conclusione si è voluto soffermare su Mario Draghi. Non si sono fatti attendere i complimenti nei suoi confronti: “E’ una persona straordinaria, ottimo presidente Bce e premier. Ma non lo tirerei per la giacchetta e non mi sembra neppure così interessato“.