In una intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera’ è intervenuto l’ex presidente del Consiglio, Mario Monti: quest’ultimo ha voluto ricordare la figura di Jacques Delors
Quella di ieri è stata una triste giornata per quanto riguarda il mondo della politica. Ovviamente ci stiamo riferendo alla morte di Jacques Delors avvenuta nella sua Parigi. E’ stato il presidente della Commissione Europea ed ha scritto moltissime pagine importanti della storia politica. Tanto è vero che è stato fonte di ispirazione anche per alcuni personaggi della politica italiana. Tra questi anche Mario Monti che ha avuto modo di conoscerlo di persona e stringere anche una bella amicizia.
Ne ha parlato in una lunga intervista che ha rilasciato al ‘Corriere della Sera‘ in cui ha rivelato alcuni aneddoti che nessuno conosceva sino ad ora. Proprio lui assunse il ruolo di responsabile del Mercato interno europeo subito dopo l’uscita di Jacques Delors dalla Commissione europea. Una Europa che, all’epoca, come ricordato dallo stesso Monti era ricca di progetti ma molto debole nelle realizzazioni concrete. Una Europa che, però, era lanciata verso il futuro e molto carica di speranze.
Queste sono alcune delle dichiarazioni rilasciate dall’ex premier: “La politica era un dovere, un servizio rigoroso per il prossimo. L’Europa era un sogno, ma indispensabile per il nostro futuro”. Quella di ieri, però, verrà ricordata anche per la scomparsa di un altro grande personaggio della politica come Wolfgang Schauble: “In Italia Delors è visto come il grande buono, proteso alla crescita e all’inclusione.
Mentre Schauble veniva visto come il grande cattivo, cultore dell’austerità e ostile ai Paesi inclini al disavanzo e all’inflazione. Si dimentica che Delors, fu l’uomo che convinse Mitterand a imboccare la strada della disciplina di bilancio che lo indusse a lasciare il governo. Senza quella svolta la Francia non sarebbe stata pronta a pattuire con la Germania di Kohl, caduto il muro di Berlino, il cammino verso la moneta unica“.
Poi un altro aneddoto: “Ricordo che nel ’94 Schauble scrisse con Karl Lamers un lucido articolo che scosse la politica italiana. Si riteneva offensivo che i due tedeschi ipotizzassero un nucleo iniziale di Paesi nella nuova moneta, ma solo se fosse stata anch’essa in linea con alcuni parametri di finanza pubblica. Lo sdegno diede la mossa alla preparazione dell’Italia a quell’appuntamento storico”.
In conclusione: “Entrambi sono stati colonne dei loro Paesi e dell’Europa. Senza di loro forse oggi non avremmo il mercato unico e la moneta unica. Non avremmo una visione di Europa orientata alla crescita e alla coesione“.
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