Il ministro della Giustizia va a testa bassa contro le opposizioni per come, spesso, usano la via giudiziaria per demolire un avversario
Nordio contro la sinistra. Attacco frontale e senza diplomazia. Il ministro della Giustizia non usa termini forti o parole dure, più che altro concetti che vanno diritti al cuore della sinistra stessa. Parole che alzeranno il livello di scontro, non ci sono dubbi.
Dopo un durissimo scontro tra il presidente di Anm Santalucia sul palco di Atreju, il ministro Nordio spiega diverse cose sui temi attuali della politica, ma preferisce concentrarsi, tra le altre cose, sul rapporto che lui stesso ha con la sinistra e ha sempre avuto.
“Nel Dna della sinistra c’è l’idea di stare col più debole e so che diversi di loro sono garantisti, ma c’è anche una larga parte che pensa di usare la via giudiziaria per attaccare l’avversario, escludendo quasi quella politica...”, parole che non lasciano dubbi su quale sia il pensiero di Nordio su tanti temi che vengono affrontati dalla sinistra stessa, anche se poi approfondisce: “So bene che una buona parte della sinistra è garantista proprio perché concettualmente sta sempre dalla parte del più debole…”
Insomma, nonostante sia un ministro tra i più importanti ministri, “una volta magistrato si resta magistrato per sempre”, dice lo stesso Nordio mentre parla di se stesso sul palco di Atreju, dove ha partecipato insieme al presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia. E tra i due c’è stata anche un po’ di maretta durante il dibattito, ma poi alla fine è terminata con una stretta di mano e un abbraccio.
Per il Guardasigilli affermarlo è un concetto importante, tanto che, tra una battuta e un’altra, sottolinea con forza “se avessi 50 anni di meno tornerei a fare il magistrato”, mentre dalla sinistra si aggancia per aprire il discorso sulla riforma alla giustizia, sulla quale spiega “ma qui nessuno ha voglia di fare una riforma punitiva”. E’ un concetto a cui il ministro tiene in particolar modo: “Suona non dico offensivo, ma bizzarro pensare che la riforma costituzionale con la separazione delle carriere sia punitiva”.
E sul referendum, lo stesso Nordio non sembra aver paura del parere del popolo che è giusto “che si esprima su temi così delicati”. Non c’è alcuna voglia di oscurare o di mettersi di traverso sulla decisione della Costituzionale: “Un referendum così importante sulla giustizia, che io auspico perché è un argomento così delicato che l’ultima parola dovrebbe essere attribuita al popolo“. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, dal palco di Atreju.
Su quello che può accadere sul referendum, Nordio non ha dubbi: “Delle conseguenze ci sarebbero, però attenzione non vorrei che un domani un referendum di questo tipo fosse, come avvenuto in altri casi, personalizzato: governo sì, governo no questo non sarà né contro la magistratura né contro il governo, si tratta di vedere se noi vogliamo un assetto costituzionale che sia in linea con quello che è l’ordinamento generale degli stati democratici e liberali”
Per quel che riguarda la separazione delle carriere, altro tema caldo, il ministro della Giustizia va avanti con la sua riforma e anche qui ci tiene a sottolineare: “E’ connaturale a una riforma fatta più di 30 anni fa e voluta da un eroe della resistenza, il codice voluto Giuliano Vassalli, un codice accusatorio prima l’allora Codice Rocco era di tipo inquisitorio e in quel codice la separazione delle carriere non aveva alcun senso. Nel processo accusatorio in tutti i Paesi dove è stato creato le carriere dei magistrati sono separate“
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