La morte di Sharon Verzeni continua ad essere al centro della discussione. La deputata Matone (Lega) a ‘Il Tempo’ analizza il profilo del killer
“L’ho uccisa senza motivo”. È questa la prima dichiarazione fatta da Moussa Sangare ai carabinieri dopo l’arresto. Il 31enne cittadino italiano di seconda generazione sarà interrogato nella giornata di domani, lunedì 2 settembre, dal pubblico ministero per la convalida del fermo. Da capire se parlerà oppure deciderà di non rispondere alle domande.
Il suo gesto continua comunque ad essere al centro di un dibattito politico (e non solo). Le parole di Matteo Salvini subito dopo l’arresto (“Ha origini nordafricane, ma la cittadinanza italiana”) hanno fatto molto discutere e dalle opposizioni sono arrivati immediatamente attacchi al leader della Lega. Ma quanto successo ha aperto un confronto anche nelle cittadine coinvolte in questo omicidio. Per alcuni, infatti, visti i problemi e anche i precedenti del 31enne, Sangare andava aiutato e non lasciato solo. Una vicenda che è stata anche al centro dell’intervista della deputata leghista Matone a Il Tempo.
L’omicidio di Sharon Verzeni ha sconvolto l’intera Italia anche per l’assenza di movente. Stando a quanto dichiarato da Sangare ai carabinieri, il suo gesto è stato dovuto ad un raptus che neanche lui riesce a spiegare. Una versione che non convince assolutamente la Matone. L’ex magistrato al quotidiano italiano sottolinea che dietro a ogni vicenda simile c’è sempre un motivo e per questo motivo si devono fare alcune riflessioni.
A partire dal passato del 31enne e dalle aggressioni a madre e sorella. “È una cosa che mi ha colpito“, ammette la Matone. L’ex magistrato ribadisce che partire dal motivo di questa vicenda è fondamentale per capire cosa sia scattato nella testa dell’uomo quando ha incontrato Sharon. Un lavoro assolutamente lungo, ma necessario per chiarire quanto successo. Perché l’ipotesi del raptus omicida non esiste. “E a dirlo sono decine di psichiatri“, aggiunge la deputata della Lega.
Altro tema che in questi ultimi giorni sta facendo molto discutere è la possibile modifica alle norme per l’assegnazione della cittadinanza italiana. La Matone si dice assolutamente favorevole all’attuale norma perché non tutti i cittadini sono come Sangare.
Per la deputata della Lega il 31enne non ha sicuramente aderito alle regole basilari della nostra democrazia, ma ci sono stati due giovani di origine marocchina che hanno contribuito a identificarlo. “Quindi il problema non è la norma, ma chi ci mettiamo in casa“, conclude l’ex magistrato.
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