Dal 16 al 19 novembre a Strasburgo, in Francia, il Parlamento europeo si riunirà in sessione plenaria: delicati i punti in discussione.
Lunedì saranno tre i temi all’ordine del giorno: le minacce alla sicurezza e gestione della migrazione illegale e dei rimpatri; la persistenza dell’antisemitismo e di altre forme di odio; il futuro dell’agricoltura. Sotto esame, in particolare, l’annuncio del governo tedesco di reintrodurre i controlli a tutte le sue frontiere terrestri per un periodo iniziale di sei mesi a seguito della strage di Solingen. Alla fine di agosto, infatti, un siriano di 26 anni, su cui già pendeva un decreto di espulsione, armato di coltello, ha ucciso tre persone e ferito altre tre.
Martedì sarà la volta di Mario Draghi che presenterà in Aula il suo rapporto per rafforzare la competitività dell’Europa. L’ex presidente della Banca centrale europea ed ex primo ministro italiano, è stato incaricato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen di presentare delle proposte. Alcuni dettagli del rapporto di Draghi sono già stati diffusi in questi giorni. L’economista ha proposto cambiamenti di vasta portata in numerosi settori come un impulso senza precedenti agli investimenti pubblici.
Sempre il 17 settembre i deputati faranno il punto sulla guerra nella Striscia di Gaza e sulla situazione in Medio Oriente. Il Parlamento chiederà un approccio comune europeo, un cessate il fuoco immediato e permanente e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi. Martedì pomeriggio i parlamentari valuteranno la situazione in Venezuela prima di votare una risoluzione giovedì prossimo. Alla base della discussione il caso delle elezioni presidenziali di luglio.
Le autorità venezuelane hanno dichiarato vincitore il presidente Nicolás Maduro senza rilasciare i dati elettorali ufficiali. Dopo le elezioni, più di 2mila manifestanti e dissidenti politici sono stati arrestati con l’accusa di terrorismo. La scorsa settimana il candidato presidenziale dell’opposizione Edmundo González è fuggito dal paese per trovare asilo politico in Spagna. Si tratta dell’apparente vincitore delle elezioni secondo le copie pubblicamente disponibili dei registri elettorali.
I deputati affronteranno anche una discussione per la regolamentazione di TikTok, Meta, X, AliExpress e Telegram. Il dibattito con la Commissione si concentrerà sull’applicazione della legge sui servizi digitali alla luce delle potenziali violazioni della legge da parte delle società proprietarie delle piattaforme social. Dall’adozione della legge sui servizi digitali, infatti, sempre più paesi non Ue stanno già iniziando a prendere in considerazione proposte e leggi simili per rendere le piattaforme online responsabili del benessere dei loro utenti.
Mercoledì mattina alle 9 è atteso invece il primo ministro ungherese Viktor Orbán, che illustrerà le priorità della sua presidenza semestrale del Consiglio europeo, cominciata il 1 luglio. I deputati hanno espresso in passato serie preoccupazioni in merito alla capacità del governo Orbán (l’Ungheria potrebbe non essere più considerata una piena democrazia) di svolgere in modo credibile il suo ruolo di guida del Consiglio. Orbán parlerà comunque di competitività, difesa, contrasto all’immigrazione clandestina e sfide demografiche.
Sempre mercoledì è prevista una discussione sul bilancio dell’Unione europea del 2025, in merito ai tagli da 1,52 miliardi di euro proposti per i finanziamenti. Giovedì 19 settembre, infine, saranno due gli argomenti all’ordine del giorno: la condanna fiscale per Apple e la guerra tra Ucraina e Russia. Sul primo caso i deputati dibatteranno sulla sentenza della Corte di giustizia Ue che ha considerato illegali gli accordi fiscali tra l’Irlanda ed il colosso di Cupertino.
Per il conflitto in Ucraina, invece, il Parlamento dovrebbe chiedere più fondi e armi per sostenere Kiev. I deputati dovrebbero, in una risoluzione, esortare i Paesi dell’Ue a continuare a fornire sostegno militare e finanziario a Kiev. A luglio scorso, il neoeletto Parlamento europeo ha adottato la sua prima risoluzione sull’Ucraina della X legislatura. I parlamentari hanno affermato che l’Unione europea deve continuare a sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessario fino alla vittoria nella guerra contro le forze di occupazione russe.
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