Nel corso di una intervista che ha rilasciato al quotidiano “Il Giornale” è intervenuto l’ex magistrato Luca Palamara che ha affrontato varie tematiche
Luca Palamara affronta importanti temi in una intervista al Giornale. Nel corso della stessa si è soffermato anche a parlare di uno dei personaggi politici che hanno scritto la storia del nostro Paese e scomparso lo scorso anno come Silvio Berlusconi. Sull’ex presidente del Consiglio ha annunciato: “Il Cavaliere aveva i numeri parlamentari per fare ciò che voleva, ma non aveva il controllo del Sistema. E il Sistema è più forte del Parlamento. E la lobby dei magistrati si mette in moto“.
Poi un aneddoto: “Il 26 settembre Fabio De Pasquale, in quel momento pubblica accusa in due processi che riguardano Berlusconi, solleva un dubbio di costituzionalità sul Lodo Alfano. Dubbio accolto dai giudici. La Corte Costituzionale è composta da 15 membri che restano in carica 9 anni. Cinque di loro sono di nomina del presidente della Repubblica, altri cinque eletti dal Parlamento ed il resto eletti dalla magistratura nelle sue varie articolazioni“.
Sul fatto che nel 2009 non sia stata concessa l’immunità allo stesso Berlusconi ha ammesso: “La Corte Costituzionale è sì un organismo terzo, ma non troppo terzo rispetto al potere esercitato dalla magistratura al di fuori delle aule di giustizia. La posizione della magistratura associata era chiara e io stesso mi ero confrontato con il presidente Napolitano: per noi il Lodo Alfano doveva essere abolito e Berlusconi processato“.
“In quel momento il Sistema aveva deciso così. Non dimentichiamoci che Berlusconi e il suo governo erano i nemici del Sistema, non c’erano le condizioni per l’immunità. Senza dimenticare che il presidente della Repubblica doveva controfirmare quella legge” ha aggiunto lo stesso Palamara.
Sempre su Berlusconi aggiunge: “Mette in campo un parere favorevole al Lodo Alfano dell’Avvocatura di Stato. Avvicina gli unici due giudici della Corte di nomina del centrodestra, Luigi Mazzella e Paolo Maria Napolitano. Una cena avvenuta a casa Mazzella nel giugno di quel 2009, vi partecipano anche Gianni Letta e Carlo Vizzini ed Alfano“:
In conclusione: “Il 7 ottobre 2009 la Corte dichiara l’incostituzionalità del Lodo Alfano. Poteva andare diversamente, quello sì. Il dato politico è che la magistratura nel 2009 ha vinto, che Silvio Berlusconi poteva rimanere sotto inchiesta e sotto processo“.
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