Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano “La Stampa”
Tanti i temi che sono stati affrontanti nel corso di una lunga intervista che ha rilasciato alla ‘Stampa‘. A parlare, appunto, è Matteo Piantedosi, attuale ministro dell’Interno del governo Meloni. Uno degli argomenti principali è quello che riguarda è l’insicurezza che i cittadini hanno. Non dello stesso parere il ministro che afferma: “Va in controtendenza rispetto ai dati che abbiamo. Siamo tra i più sicuri ma gli italiani non lo percepiscono, questo governo ha rispetto di questa sensazione e lavora per migliorare su ogni aspetto”.
Trattenere minori nei Cpr? Anche su questo ha voluto fare chiarezza: “La legge internazionale prevede che il minore debba avere un trattamento differenziato. È un principio giusto e sano, ma l’escalation di arrivi e l’assenza di strutture dedicate portano, a volte, all’impossibilità di rispettare questi paletti: noi abbiamo previsto che i minori possano essere trattenuti anche in strutture non strettamente dedicate a loro ma per un periodo limitato e che ci sia comunque un riguardo per quella che è la loro età”.
Poi ha continuato dicendo: “Né il decreto Cutro né nessuna normativa nazionale ha previsto la possibilità di trattenimento ai fini dell’espulsione. I giudici hanno ritenuto che non vi fossero queste condizioni di rispetto della normativa internazionale, noi sosteniamo esattamente l’inverso. Ora deciderà la Cassazione e io sono molto rispettoso della funzione della Giustizia. In merito all’accordo con la Tunisia ci tengo a ricordare che la Polizia ha fermato più di 60 mila partenze”.
Piantedosi e sull’emergenza migranti: “Situazione complessa”
Sempre rimanendo in tema migranti, però, la situazione pare che non sia affatto cambiata. Anzi, gli ultimi dati parlano chiaro visto che continuano ad arrivare: “La situazione è più complessa. L’Italia è riuscita ad affermare in Europa un approccio più olistico sui temi dell’immigrazione. Ora gli accordi vanno ampliati: non solo con la Tunisia, ma anche con Egitto, Costa d’Avorio e altri Paesi strategici”.
In merito all’accordo con l’Albania ha precisato: “Il centro avrà molteplice funzioni. La prima di sbarco. E sarà strutturato come in Italia per i primi trattamenti forniti dal personale sanitario e per l’identificazione da parte delle forze di Polizia. La normativa europea prevede fino a 18 mesi. L’Albania è tre volte più vicina alle nostre coste rispetto a Lampedusa“.
In conclusione, sul tema della sicurezza, si è soffermato a parlare dei femminicidi sempre più in aumento nel nostro Paese: “Noi abbiamo messo in campo un intervento normativo per intercettare prima chi è violento: il femminicidio è solo l’apice tragico di maltrattamenti continui. La legge può fare tanto, ma non tutto”.