In merito alla questione legata al premierato sono arrivate le parole da parte di Giuseppe Conte. Il numero uno del ‘Movimento 5 Stelle’ ne ha parlato in una lunga intervista alla ‘Repubblica’
Non è affatto un mistero che Giuseppe Conte non si trovi molto d’accordo su buona parte delle idee fornite dal governo targato Giorgia Meloni. In particolar modo dal pensiero e dal modo di agire da parte della presidente del Consiglio. Soprattutto in merito ad uno degli argomenti della politica che, in quest’ultimo periodo, sta scatenando non poche polemiche. Non solo da parte dell’opposizione, ma anche nella maggioranza. Ovviamente ci stiamo riferendo al premierato.
In merito a ciò e molto altro ancora ne ha parlato direttamente il numero uno del Movimento 5 Stelle. Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “Credo che il governo non si incaponirà in una prospettiva referendaria in cui sono convinto che Meloni rimarrà scornata. Quando gli italiani capiranno che la figura del capo dello Stato viene degradata e umiliata, respingeranno con forza questo progetto.
Poi ha continuato dicendo: “Del resto ha visto anche lei come la premier ha messo le mani avanti, dicendo che l’esito del referendum costituzionale non influirà sulla durata del suo governo. Sanno che vanno a perdere“. Insomma, una vera e propria bordata nei confronti del premierato e in questo progetto di riforma costituzionale che il governo vuole per forza provare a spingere.
Premierato e non solo, Conte attacca Meloni e il suo governo
Il nativo di Volturara fa sapere che ne parlerà anche con le altre opposizioni, con l’obiettivo di contrastare questo tipo di progetto. Il suo obiettivo è quello di confidare che ci sia questa disponibilità da parte della maggioranza ad intervenire nella maniera più razionale e costruttiva possibile. Una manovra che, con parole sue, ha descritto “priva di coraggio“.
Poi ha precisato: “Per restare sulla sanità, per Meloni la salute non è un diritto per tutti ma un lusso per pochi. Servivano almeno 15 miliardi per mantenere la spesa sanitaria al 7% del Pil. Invece tagliano addirittura gli assegni pensionistici di migliaia di dipendenti pubblici, tra cui molti medici e infermieri“.
In conclusione ha espresso un suo pensiero su quanto sta accadendo in Medio Oriente. Soprattutto in merito all’accordo tra il segretario di stato degli USA Anthony Blinken e gli Stati arabi. Su questo ha mostrato più di qualche dubbio: “Non mi pare che l’attivismo di Blinken al momento abbia prodotto nel mondo arabo la convergenza auspicata.
Bisogna tutelare la popolazione civile e porre fine a questa catastrofe umanitaria a Gaza. Israele deve ripiegare su azioni mirate contro Hamas, dare un segnale forte in Cisgiordania e lavorare in prospettiva per rafforzare l’Autorità nazionale palestinese“.