In una intervista che ha rilasciato al ‘Quotidiano Nazionale’ è intervenuto Gaetano Quagliariello. Il senatore si è soffermato, in particolar modo, sul premierato
L’ex ministro delle Riforme del governo Letta, Gaetano Quagliariello, si mostra molto dubbioso per quanto riguarda il premierato. Lo stesso che sta per essere lanciato dal governo targato Giorgia Meloni. Per il presidente della ‘Fondazione Magna Carta‘ mancherebbero delle qualità per fare in modo che tutto questo possa andare in porto. Vale a dire l’equilibrio tra poteri e la flessibilità.
Queste sono alcune delle sue dichiarazioni in merito: “Credo che si è avuta la preoccupazione di non toccare i poteri del presidente della Repubblica: questi non sono stati assegnati al premier, ma il capo dello Stato potrà esercitarli più difficilmente di quanto possa fare oggi“. Sulla sostituzione del premier fa sapere: “In questo caso diventa più forte di quello eletto. Anche perché il primo può essere cambiato, il secondo no”.
Poi ha continuato dicendo: “La sola norma anti-ribaltone è la possibilità del premier di chiedere lo scioglimento del Parlamento ed ottenerlo a certe condizioni“. Sugli esempi che si verificano nel Regno Unito, sempre con l’elezione diretta del premier, fa sapere: “Anche una leader come Thatcher ha dovuto cedere alla flessibilità del sistema”. Discorso diverso per l’Italia dove c’è il serio rischio di tornare al voto nel caso della caduta del premier.
Ovviamente non mancano i rischi: “La soglia minima per accedere al premio di maggioranza rischia una mobilitazione di tutti gli avversari del premier non al fine di vincere le elezioni, ma per non fargli raggiungere quella soglia. I veri nodi aggrovigliati stanno nella riforma. Capisco le intenzioni di chi l’ha scritta, e cioè introdurre l’elezione diretta senza per questo essere accusato di deriva plebiscitaria, ma avrebbe dovuto cercare in altra direzione”.
Un discorso, il suo, che ha voluto continuare in questo modo: “La facoltà di nominare e revocare i ministri e quella di domandare e, a certe condizioni, di ottenere lo scioglimento delle Camere. Sistema più semplice ma più equilibrato e flessibile“. In conclusione il suo è un invito alla maggioranza a cercare di salvare l’impianto generale della riforma: “Magari riuscendo a dare più forza all’esecutivo e alla volontà popolare“.
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