Giuseppe Provenzano, responsabile esteri dei dem, in un’intervista a ‘La Stampa’ conferma che il Pd è l’unico partito a poter battere la destra.
Sono passate ormai diverse ore dalla manifestazioni del Pd e il tema di una possibile alleanza con il M5s continua a tenere banco in politica. “La piazza di sabato è un fatto politico e che apre una fase nuova – conferma Provenzano in un’intervista a La Stampa – nella piattaforma di quella protesta c’è già la costruzione di una alternativa: la sanità, il salario minimo, la lotta al carovita e al taglio delle pensioni“.
Sulla posizione di Conte che non vuole fare la stampella al Pd, il responsabile esteri dem non ha dubbi: “Lo rassicuro: non ci serve una stampella. Noi sappiamo che noi da soli non bastiamo, ma per battere la destra bisogna passare obbligatoriamente da noi. E ci sono tanti temi che possono unire sensibilità diverse, anche al di là dei nostri confini tradizionali“.
Provenzano sul premierato
Provenzano in questa intervista si sofferma anche sul premierato: “E’ un tema su cui c’è la possibilità di costruire un fronte molto ampio. Condivido la proposta da parte di Rosy Bindi di dare vita a dei comitati in difesa della Costituzione“.
“Sono certo che gli italiani difenderanno l’assetto istituzionale del Paese che questo governo vuole scardinare – aggiunge l’esponente dem – sono convinto che più sarà grande l’insoddisfazione economica e sociale, più proveranno di concentrare il potere. E’ quello che sanno facendo tutte le destre nel mondo e stanno anche iniziando a perdere“.
L’accordo Italia-Albania sui migranti
Per Provenzano un passaggio sull’accordo tra Italia e Albania sui migranti: “Scholz ha fatto una dichiarazione prudente da capo di governo, ma poi alla chiusura del congresso Pse il presidente Lofven ha detto chiaramente che quegli accordi non fanno parte del nostro modello“.
“Per noi bisogna modificare il sistema di Dublino – aggiunge l’esponente dem – questo è il vero interesse dell’Italia come Paese di primo approdo. E certo il problema non sarà risolto con l’accordo dell’Albania, che è inutile, costoso, discriminatorio oltre che in violazione dei diritti“.