Report, nuovo servizio sul papà della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: l’accusatore è ritenuto “inattendibile”
Ancora una volta il programma di inchiesta ‘Report‘, condotto da Sigfrido Ranucci, parte nuovamente all’attacco contro la premier, Giorgia Meloni. Anche contro la sorella Arianna citando la vicenda che vede come protagonista il loro padre, Franco Meloni. La trasmissione si è affidata ad un pentito dal volto coperto. Si tratta di Nunzio Perrella. Il suo obiettivo era quello di gettare ombre sui rapporti delle sorelle Meloni ed il loro papà. Quest’ultimo venuto a mancare quasi 12 anni fa.
Nel ’95 venne arrestato in Spagna per spaccio di droga. Nella puntata mandata in onda il 14 gennaio il pentito aveva rivelato al giornalista di aver visto il papà della Meloni insieme a Senese e Nettuno nel ’92. Di questo Ranucci chiede conferma alla stessa Arianna. A quanto pare, però, le rivelazioni del pentito di camorra non sono assolutamente attendibili. A “smentirlo”, in questo caso, ci hanno pensato ben tre uomini dello Stato. Si tratta di due magistrati e il capo della Squadra Mobile di Brescia.
Bisogna ritornare indietro di qualche anno. Precisamente nel 2017 quando l’uomo va in televisione e rilascia una intervista al programma “Nemo“. In quella occasione racconta di traffici illeciti di rifiuti nella città di Brescia. Parole che non troveranno alcun riscontro. L’ex capo della Procura di Brescia, Raimondi, lo smascherò. Tanto è vero che venne avviata una indagine. Il 31 maggio di quell’anno Raimondi venne convocato in audizione davanti la commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti.
Il quotidiano “Il Giornale” è riuscito a rivelare il contenuto di quello che c’è stato. Queste sono state le parole di Raimondi: “Perrella è venuto da me il 6 dicembre del 2016. All’interrogatorio partecipò anche il sostituto procuratore nazionale Roberto Pennisi. Perrella parlò molto del suo passato. I nominativi che vennero da lui portati non ci diedero delle immediate risultanze. Risultati? Tutti negativi. Sia su personaggi che sui luoghi. Non fu in grado di poter fornire un’ubicazione geografica“.
Non è finita qui visto che, nella fase finale dell’audizione, Perrella chiese e pretese il rimborso spese per i suoi interrogatori. Questo il contenuto nel verbale: “Il dottor ladevaia (capo della Mobile di Brescia) lo convoca su mia delega e lui fa: No, ma io non posso venire. Non ho soldi per il biglietto. Non posso partecipare. Rimborsatemi tutto. Poi scoprimmo che due giorni dopo arrivò a Brescia per fare una conferenza stampa. Quello che Perrella ha detto non ha trovato riscontri su Malagrotta“.
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