Matteo Ricci, sindaco di Pesaro ed esponente dem, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ dice la sua sull’abuso d’ufficio e sulla posizione del Pd.
L’abolizione dell’abuso d’ufficio decisa dal governo è condivisa da molti sindaci (anche dem ndr). A confermarlo è Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, in un’intervista al Corriere della Sera. “Ritengo che sia una vittoria dei primi cittadini – conferma l’esponente dem – l’abuso d’ufficio rappresenta un problema per noi e questo viene detto dai numeri“.
Una posizione che è assolutamente differente rispetto al Pd. “Non è il partito a non essere in linea con noi, ma il gruppo parlamentare dem – spiega ancora Ricci – da molti anni internamente va avanti il dibattito. Ma noi sindaci non possiamo assolutamente fare finta di niente“.
“I numeri parlano chiaro”
Ricci per difendere la posizione dei sindaci si sofferma anche sui numeri: “Il 95% dei primi cittadini condannati in primo grado viene poi assolto. Troppe volte si viene condannati per questioni risibili con un doppio danno: reputazionale, ma anche per la stessa città. Come è successo in questi ultimi giorni a Reggio Calabria“.
“Il sindaco Falcomatà è stato condannato in primo grado per abuso d’ufficio – sottolinea ancora il primo cittadino di Pesaro – il motivo è quello di avere ceduto una sala ad una associazione invece che ad un’altra“.
Ricci: “Chiediamo la modifica della legge Severino”
La battaglia dei sindaci, però, non è finita qui. “Ora chiediamo la modifica della legge Severino – annuncia Ricci – vogliamo essere trattati come i parlamentari. Loro decadono dopo il terzo grado di giudizio, noi dopo il primo. Oltre tutto rappresenta anche una offesa alla magistratura visto che è come dire ai giudici di appello che non contano nulla“.
Un passaggio anche sul terzo mandato i sindaci. “E’ il minimo – sottolinea Ricci – siamo discriminati. In nessun paese d’Europa ci sono vincoli di mandato per i primi cittadini. Soltanto in Portogallo, che ne ha tre. Ci basterebbe essere come loro“.