Il Timmermans-gate rischia di aprire un buco nella Commissione Europea, dall’Italia già si grida allo scandalo e si chiedono spiegazioni
Dopo che già nel 2022 la cronaca mondiale era stata invasa dalle notizie sul Qatar-gate, oggi la stessa cosa potrebbe ripetersi con le ultime novità che arrivano dai Paesi Bassi. Un fatto che non si distinguerebbe così radicalmente da quanto avvenuto in Oriente, quando sono venuti alla luce episodi di corruzione e riciclaggio di denaro legati al Qatar nel tentativo di influenzare le decisioni politiche dell’Unione Europea.

Anche in questo caso l’intenzione sarebbe quella di direzionare l’opinione pubblica, in favore di una proposta più che di un’altra. Il tutto sarebbe basato su un sistema di corruzione, con i destinatari di tale denaro che sono riconducibili a personalità che hanno influenza su una parte del popolo mondiale.
Quest scandalo, emerso solo qualche giorno fa, ha già preso il nome di Timmermans-gate, da Franciscus Cornelis Gerardus Maria Timmermans, membro della Seconda Camera olandese, e autore della riforma ‘Green Deal’, finita nell’occhio del ciclone per tante ragioni, tra cui lo stop ai motori endotermici, fissato per il 2035.
Proprio questa proposta è protagonista di quello che rischia di essere uno dei più grandi scandali della storia recente. Una verità nascosta che rischia fare il paio con il sopracitato Qatar-gate, con il quale condivide modalità e gravità.
Il Timmermans-gate, in cosa consiste e le reazioni dall’Italia
La notizia è questa. Stando a un’inchiesta portata avanti dal quotidiano olandese De Telegraaf, che cita alcuni contratti riservati, la Commissione europea avrebbe pagato ingenti somme di denaro alle lobby ecologiste, così da poter orientare il dibattito sull’agricoltura, spingendolo proprio verso la riforma del già citato ‘Green Deal’.

Il denaro alla base di questo accordo arriverebbe direttamente da un fondo multimiliardario, tramite il quale si è provati a far da leva sulla volontà di questi ambientalisti. Una notizia che ha subito scatenato le prime reazioni dall’Italia, dove i vertici di Coldiretti hanno evidenziato come già dal 2021 siano stati loro i primi a denunciare.
In tal senso Ettore Prandini e Vincenzo Gesmundo evidenziano di aver da tempo scoperto: “L’imbroglio verde e come più volte dietro questi processi di falso ambientalismo ci potesse essere anche la spinta molto forte da parte di multinazionali che hanno interessi economici legati ad altre forme di business”.
Anche Nicola Procaccini, co-Presidente del gruppo dei conservatori di Ecr al Parlamento eu-ropeo, ha voluto sottolineare questo danno e sottolinearne l’illegalità, spiegando quanto sia preoccupante una situazione del genere. Inoltre, lo stesso ha poi aggiunto che sarà ora necessario: «capire se Bruxelles ha agito in maniera irregolare per imporre politiche ambientali attraverso l’illegalità, generando i risultati disastrosi che sono sotto gli occhi di tutti». Una conclusione che potrebbe stravolgere il panorama internazionale su questo tema.