Da Fratelli d’Italia a Forza Italia e la Lega nessuno dice e fa nulla, con Schlein e Conte che restano in aula mentre la protagonista va via senza intervenire
Una scena non proprio edificante. Una mozione di sfiducia calendarizzata da tempo ma con una situazione in aula a dir poco imbarazzante, soprattutto per il ministro Santanché. Si è presentata con un tailleur color panna, silenziosa, non a testa bassa anche se non ha dato confidenza a nessuno.
E’ comunque in Aula, per affrontare la mozione di sfiducia delle opposizioni. Il tutto è durato un’ora, bene o male, con la discussione alla Camera, soprattutto e solo da parte delle opposizioni sulla mozione di sfiducia alla ministra Daniela Santanchè. Quelli che si sono prenotati a parlare sono sette e sono del M5s, del Pd e di Avs. Della maggioranza non c’è nessuno, e questo è già un segnale preciso.
I banchi di Lega e Forza Italia sono deserti, con la Santanché che, appena terminato l’ultimo intervento, alla fine si alza e se ne va tra la rabbia e il fastidio delle opposizioni che urlano lo sdegno nei suoi confronti, ma il ministro non dice nulla, neanche li guarda. Il vicepresidente di turno dell’Aula Fabio Rampelli di Fratteli d’Italia richiama tutti all’ordine e spiega “colleghi, per favore, scoprite forse oggi che ci si può prenotare per la replica anche nella seduta successiva?”.
La partita sulle eventuali dimissioni della ministra non è certo collegata al pressing dell’opposizione. Bisogna attendere e vedere quello che decide di fare la Santanché con la premier Giorgia Meloni che, allo stato attuale, dicono fonti interne a Fratelli d’Italia, ha troppi fronti aperti per occuparsene.
Ma la posizione della ministra resta sempre la stessa: per me parlano i dati del turismo il boom del 2024, i risultati che si prevedono nel 2025. Al momento non altro, poi se ci sarà un rinvio a giudizio è un’altra cosa. Anche se resta la freddezza sia nella coalizione e pure internamente a Fratelli d’Italia c’è parecchio gelo su questa situazione che crea imbarazzo.
“Santanchè deve decidere solo quando fare il passo indietro, ormai è una scelta personale”, dice un ‘big’ del partito di via dello Scrofa. Ma poi entra nello specifico e aggiunge: “Deve capire che è una vicenda che rischia di creare contraccolpi al governo e al partito”. Tuttavia, la situazione è in stallo, anche perché non c’è stato alcun incontro tra la premier e la ministra, che ha sostenuto come la sola delegata a chiederle le dimissioni sia la presidente del Consiglio.
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