Il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, ha rilasciato una intervista ai microfoni del ‘Corriere della Sera’ in cui ci tiene a respingere le ultime critiche e polemiche piovute addosso a lui nelle ultime ore
Nella giornata di ieri la notizia che il suo nome è finito nella lista degli indagati in merito all’autoriciclaggio di beni culturali. Subito sono scattate le prime polemiche da parte dell’opposizione che ha invitato l’attuale sottosegretario alla Cultura nel farsi da parte. Di dimettersi, però, Vittorio Sgarbi non ne vuole assolutamente sapere. Lo ha annunciato nel corso di una intervista al ‘Corriere della Sera‘.
Una inchiesta prima fatta partire dal ‘Fatto Quotidiano‘ e, di conseguenza, anche dal programma della Rai ‘Report‘. La vicenda riguarda il quadro “La cattura di San Pietro” ad opera di Rutilio Manetti. Lo stesso che era scomparso dal castello di Buriasco 11 anni fa e poi riapparso in una mostra, in quel di Lucca, nel 2021. Come proprietà del critico d’arte. In merito a queste ultime accuse sono arrivate le sue considerazioni alla vicenda.
Una indagine portata avanti dal procuratore di Macerata, Giovanni Fabrizio Narbone. Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “Per cosa dovrei dimettermi? Per una cosa inventata? Ma no. Se mi è arrivato un avviso dal procuratore? Non mi risulta. Anche se fosse si tratterebbe di violazione di segreto istruttorio“. In merito all’opera che sta scatenando non poche polemiche Sgarbi ha ribadito: “Il quadro originale è il mio, l’altro era una copia mal fatta.
Io trovai il vero Manetti nella villa di Viterbo che stavo restaurando e che apparteneva alla cognata di Papa Innocenzo X. Perché mai avrei dovuto esporre un falso? Il dipinto del castello fu portato via in maniera violenta, la tela tagliata in porzione più ampia. Era piena di buchi, la usavano come tenda in cucina. Se venissero a casa mia, glielo farei vedere. Non c’è nessun lembo mancante“.
Agli inquirenti, però, non torna la questione della candela dipinta in angolo del quadro che non ci sarebbe stata nella versione presente al castello: “Sono degli ignoranti, la caratteristica del Manetti è proprio quella lì, metteva candele ovunque. Il quadro originale è il mio, l’altro era una copia mal fatta. Ne ho le prove“.
In conclusione non si sono fatti attendere gli attacchi nei confronti del pm di Imperia: “Ha aperto un fascicolo che mi riguarda. Anche sul dipinto di Valentin de Boulogne che avrei esportato illegalmente. Una copia pure quello. Roba vecchia. Si avvale di un’intercettazione parlamentare senza autorizzazione. E’ inammissibile. Non lo dico io, ma la Corte costituzionale“.
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