Un magistrato che ha idee espresse in passato e che rischiano di non renderla molto attendibile dopo la decisione sui migranti in Albania
Un magistrato con idee particolari. E che rischiano di renderla agli occhi del pubblico e delle istituzioni non proprio attendibile, e quando succede questo per un giudice non è proprio una cosa bellissima e benaugurante.
E’ quanto sta avvenendo attorno a Silvia Albano e quanto sta venendo fuori sul suo conto e soprattutto sulle sue idee e su quello che fa normalmente. Non che un giudice non debba essere una persona normale come tante altre e avere idee, opinioni e concetti di qualsiasi genere essi siano, ma forse decidere su argomenti sui quali si è espressa pubblicamente e in un certo modo, non è proprio una cosa saggia.
Lei però, in tempi non sospetti aveva proprio detto questo genere di cose e sul concetto si può anche essere d’accordo, l’importante è che quelle idee non offuschino il giudizio. E’ solo questo il problema, e non è di poco conto.
“Il giudice è una persona con le sue idee, le sue convinzioni e nell’interpretazione della legge, inevitabilmente, avviene che il giudice queste convinzioni ce le metta“. Parola di Silvia Albano, il magistrato che, con la sua decisione, ha bocciato i trattenimenti dei famosi dodici migranti in Albania ordinando di farli rientrare in Italia. E tutto questo proprio nel momento e nel giorno in cui il Pd, i Pentastellati e Avs portavano alla commissione europea alcuni documenti per aprire una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per discutere dell’opportunità o meno sull’accordo sui flussi migratori tra Roma e Tirana.
Insomma, non è proprio una cosa elegante anzi del tutto fuori luogo anche perché le convinzioni della presidente di Magistratura Democratica e tutto quello che faceva e metteva in atto per la questione inerente ai migranti nel passato non la fanno rendere proprio limpida davanti alla decisione che ha preso e che tanto rumore ha creato.
Per la giudice Silvia Albano, la questione migranti, è una cosa seria, tanto da essere una vera e propria attivista in questo senso, visto sul modello Albania, l’aveva definito in passato “un accordo giuridicamente irrealizzabile, basato su una forte limitazione del diritto di difesa“. Basti pensare che aveva difeso a spada tratta la collega magistrata Iolanda Apostolico che nel 2018 manifestava a Catania contro i porti chiusi, ma che poi anche lei ha firmato provvedimenti di non convalida del trattenimento di alcuni clandestini nei centri per il rimpatrio, che erano previsti dal Decreto migranti.
Per non parlare di alcune posizioni nette che la stessa Silvia Albano aveva preso proprio nella sua pagina Facebook sui migranti su quello che fanno le Ong anche quelle più estremiste come la Sea Watch, ma non solo.
Il magistrato in questione aveva anche reclamizzato sempre sulla sua pagina facebook una raccolta fondi a favore dei “taxi del mare” e mettendo tanti articoli sulla questione che promuovevano le attività delle organizzazioni non governative in mare. Ed è questo che la rende rischiosa e poco attendibile per la decisione che ha preso sui migranti in Albania.
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