Le elezioni negli Stati Uniti sono sempre più vicine e attualmente c’è un report che imbarazza (e non poco) Biden. Lui si difende, ma…
A novembre Joe Biden proverà a confermarsi presidente americano. Un compito non semplice per diversi motivi. Il principale, stando a quanto riferito dagli esperti, è il suo impegno nella politica estera senza, però, riuscire ad ottenere un risultato. Tutto questo sembra spianare la strada a Donald Trump, ma naturalmente l’attuale inquilino della Casa Bianca proverà a tutti i costi di continuare la sua avventura alla guida del suo Paese.
Ora, però, c’è un altro problema chiamato ad affrontare: il report pubblicato dal procuratore speciale. Documenti che imbarazzano molto il presidente americano. Lui si è subito difeso respingendo tutte le accuse, ma è caduto ancora in un altro errore che sembra confermare quanto scritto in questo studio. Naturalmente si tratta di un qualcosa che potrebbe creare non pochi problemi all’inquilino della Casa Bianca.
Il report su Biden
Il report su Biden, come riportato dal Corriere della Sera, riguarda principalmente la decisione di conservare i documenti classificati che riguardavano la scelta di Obama di aumentare le truppe in Afghanistan. In un primo momento l’attuale inquilino della Casa Bianca si oppose, ma qualche anno dopo condivise il contenuto con il professionista che lo ha aiutato con la sua autobiografia. Una vicenda che lo ha portato ad infrangere alcune regole previste negli Stati Uniti e, quindi, potrebbe essere incriminato.
Ma la cosa che sta facendo molto discutere in questi giorni negli Stati Uniti è la definizione che il procuratore ha dato di Biden: “Un anziano con buone intenzioni e scarsa memoria“. Parole sicuramente molto forti e che hanno provocato la dura reazione da parte del presidente americano.
La reazione del presidente americano
Dura la reazione di Biden a queste accuse. Il presidente americano ha ribadito che la sua mente funziona anche se dopo poco l’inquilino della Casa Bianca è caduto in un nuovo lapsus diventato virale in davvero poco tempo. Il numero uno statunitense, infatti, ha definito Al Sisi come presidente messicano e non egiziano.