Il 20 gennaio Donald Trump si insedierà alla Casa Bianca in qualità di 47° Presidente USA: sicurezza e immigrazione in primo piano.
Donald Trump tira a lucido il suo completo migliore e prepara la cravatta rossa. Tra 24 ore si torna in scena, il magnate americano sarà insediato ufficialmente alla Casa Bianca in un passaggio di consegne con Biden tutt’altro che sereno. L’ormai ex Presidente degli Stati Uniti, nel suo ultimo discorso da incaricato, ha parlato di tempi bui e nostalgie pericolose.
Il riferimento è alla politica rigida di Trump, in particolare rispetto a sicurezza e immigrazione. Il principale rappresentante dei Repubblicani, infatti, è pronto a dare un taglio netto con il passato. Espulsioni di massa e non solo: cambierà profondamente il concetto di accoglienza in USA.
Prima, però, le questioni mediatiche: c’è la querelle con TikTok, social ufficialmente bandito in America, a condizione che l’impresa passi di mano. In poche parole: è un attacco alla Cina. Se l’azienda viene venduta, allora può tornare a essere utilizzata. Dazi, veti e accordi. Questo il nuovo mantra trumpiano. Tornare grandi, come ha sempre detto, passa da regole serrate e molte novità.
Una delle quali riguarda la gestione e lo sviluppo di Clinton Hill. Quartiere di New York, al cospetto di Brooklyn, dove nell’estate del 2023 sono sorti due centri di accoglienza. Uno a pochi metri dall’altro. Gli italo-americani definiscono questa zona una sorta di “Lampedusa” newyorkese. 200mila sono gli arrivi contando solo gli ultimi due anni.
In percentuale, la maggior parte (18% proporzionato al resto) sono giovani maschi africani provenienti dal confine con il Messico. Nuove speranze e altrettante aspettative che significano possibilità per chi sembra non avere voce e futuro. Le richieste d’asilo in quelle zone dell’America sono aumentate in maniera esponenziale e si sono create vere e proprie comunità.
Tutti integrati, al netto delle difficoltà che una nuova vita comporta. In molti stanno cercando di crearsi un avvenire, ma non è semplice. Con l’avvento di Trump, non sarà solo una questione di congiuntura economica: il nuovo Presidente degli Stati Uniti punta a rivedere tutte le richieste d’asilo a Clinton Hill per ricalibrare e “smaltire” – ha usato questo termine – le pratiche d’accoglienza.
Gli USA continueranno ad essere la nuova frontiera per molti, ma il “sogno americano” non sarà a disposizione di tutti. Il numero di africani detenuti al confine con il Messico è destinato a crescere ulteriormente: già siamo su picchi del 300% da quando Trump ha attaccato Joe Biden per il presunto lassismo in materia d’immigrazione e gestione dei flussi migratori.
Il magnate americano non farà sconti: The Donald, infatti, è pronto a sgomberare tutto ciò che riterrà superfluo. Naturalmente non si tratta soltanto di una sua presa di posizione. Il neo-presidente rispetta il mandato datogli dai cittadini: è stata chiesta, a gran voce, quasi fosse un sequel dell’attacco a Capitol Hill, “pulizia”.
Il grido dei più conservatori non sempre si associa alle dinamiche della geopolitica: dall’Unione Europea chiedono più rispetto e maggiore considerazione. La diatriba è possibile perchè i diritti umani, sulla carta, non hanno confini e quelle che, già da oggi, sono definite ingerenze da parte di Trump potrebbero diventare scelleratezze – secondo le istituzioni europee e non solo – con una rivoluzione etnica che passa da Clinton Hill e attraversa gli USA.
Per restare aggiornato sulle principali notizie di politica clicca qui: “Espulsione di massa e istantanea di immigrati”, sarà il primo provvedimento di Trump
Insomma le intenzioni di Trump non sembrano essere gravi quanto mettere un muro al confine con il Messico, progetto originario del Tycoon, ma potrebbero andarci molto vicino. Anche per questo l’insediamento di The Donald alla Casa Bianca apre un nuovo ciclo di dibattiti che comincia sulla scrivania della “sala ovale” e culmina (forse) nei quartieri più controversi. Clinton Hill aspetta, anche dal suo futuro passa il nuovo volto di New York e dell’America.
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