L’ex fondatore ed editore del quotidiano il Riformista, sulle elezioni regionali: “Qualsiasi sarà il risultato delle urne, ci saranno ripercussioni a livello nazionale. Ecco perchè…”
“Le elezioni Regionali in Sardegna rappresenteranno un bel banco di prova per molte forze politiche. E regaleranno un segnale che sarà impossibile da sottovalutare”. Claudio Velardi, ex fondatore ed editore del quotidiano il Riformista e attuale giornalista, scrittore e blogger, sottolinea in esclusiva ai nostri microfoni, l’importanza della tornata elettorale sarda. Velardi, che è stato un esponente di spicco del Partito Comunista Italiano e poi del Partito Democratico della Sinistra, e dei Democratici di Sinistra, parte da un precedente: “Spesso si tende a sottovalutare l’importanza delle elezioni Regionali. Ma io ricordo benissimo come, proprio le Regionali del 2009 furono decisive per l’addio di Veltroni al Partito Democratico. In quel caso la sconfitta fu più cocente del previsto e portò ad una decisione inaspettata”.
Velardi, nel suo blog ha scritto: “Se Truzzu vincesse, la Meloni intascherebbe una regione in più, rafforzando la sua leadership… Nell’altro campo, la sconfitta della Todde e del cosiddetto “campo largo”creerebbe scompiglio (ulteriore) dentro il Pd, aprendo in anticipo la discussione esplicita sulla leadership di Elly Schlein. Viceversa, se prevalesse la Todde, Pd e Cinquestelle si convincerebbero (legittimamente) che quella del campo largo è una strategia praticabile e vincente, per di più facendo a meno delle componenti di centro. Mentre, per la Meloni, inaugurare con una sconfitta la lunga stagione elettorale 2024”.
Per Velardi l’equilibrio politico attuale è destinato a mutare: “L’unica chiave per vincere la sfida dell’equilibrio è promuovere perturbazioni, piccole, continue rotture, incoraggiare imperfezioni. Vivere permanentemente in una condizione di “caos calmo”, per dirla con lo scrittore. Il punto è che la rottura dell’equilibrio deve essere provocata da chi ne è al momento avvantaggiato, lì sta la bravura. Altrimenti arriva qualcosa/qualcuno dall’esterno e tu finisci per subire eventi non previsti, e magari neppure prevedibili, che ti fanno dire tra te e te “mannaggia, non me l’aspettavo…” (e la risposta beffarda spesso è “non ci hanno visto arrivare”).
Velardi in esclusiva a Cityrumors.it: “Ci sarà un forte scossone. Da ambo le parti”
Leggendo le sue parole, si capisce quanto queste elezioni siano importanti e cosa nascondono…
“Ma è la naturale conseguenza della struttura politica italiana. Che è storicamente instabile e non ha degli equilibri tali, che possono permettere al sistema di sopravvivere a scossoni che elezioni di questo tipo possono portare. Queste elezioni in Sardegna ci regaleranno un’unica certezza”.
Quale?
“Che qualunque cosa accada ci sarà uno scossone. e anche piuttosto netto”.
Cosa potrebbe accadere quindi e quli ripercussioni potrebbero esserci a livello di politica interna?
“Se dovesse perdere la Todde, candidata di Partito Democratico e Cinquestelle, si aprirebbe una discussione molto forte in tutto il centro sinistra. In caso di sconfitta infatti, sarebbe naturale pensare che il candidato di centro abbia preso tanti voti. Che renderebbe quindi necessaria un’apertura delle forze di sinistra verso quell’ala centrista che oggi è stata accantonata”.
E se accadesse il contrario? Se dovesse vincere la Todde cosa accadrebbe nel centro destra?
“Se la Meloni dovesse perdere, con il suo candidato, ci sarebbe un’ulteriore scossa. E’ chiaro che il Governo non cadrebbe, però ci sarebbero conseguenze all’interno delle forze di maggioranza. Salvini, che ha delle posizioni spesso più estreme, si ringalluzzirebbe. Le ripercussioni sono inevitabili: qualsiasi sia il risultato delle urne in Sardegna”.
Velardi sulle elezioni in Sardegna: “Ecco chi rischia di più”
E’ possibile ipotizzare chi rischia di più?
“Alla fine rischiano tutti. Ed in parti che definirei uguali. Ripeto: non cadrà il Governo, ma sicuramente Giorgia Meloni vorrà evitare ribaltamenti o cambiamenti gerarchici all’interno della sua maggioranza. E allo stesso tempo la Schlein vedrebbe la sua leadership molto a rischio”.
Quanto influiranno anche le polemiche e le diverse posizioni assunte per il terzo mandato? Anche in quel caso sono maturate forti divisioni nella maggioranza tra la Meloni e Salvini, e tra la Schlein e diversi esponenti del Partito Democratico.
“Stanno già influenzando i rapporti interni. Io direi che la luna di miele e poi lo stallo politico che sono maturati in seguito alle elezioni dell’ottobre del 2022, sono situazioni che possiamo dare per concluse. Ora i giochi politici si sono già rimessi in moto. Qualunque degli scenari ci si squadernerà davanti, gli attuali equilibri mostreranno la loro precarietà. E uno dei due schieramenti pagherà il pegno. Per esagerare anche in latinorum, tertium non datur.”.