Zanon: “Ecco quello che succede dentro la Consulta…”

A parlare e spiegare quanto succede all’interno è l’ex vice-presidente che da poco ha terminato il suo incarico

Da vicepresidente della Consulta a cittadino e uomo di tuti i giorni. Lui è Nicolò Zanon che ha ricoperto fino al termine del suo mandato il ruolo di vicepresidente della Consulta, un ruolo importantissimo e delicato. Zanon è del 1961, ed è stato sempre definito una specie di una mosca bianca tra i giudici costituzionali. Di cose da raccontare ne ha parecchie, a partire da quello che fanno i giudici costituzionali che per molti sono quasi personaggi avvolti nel mistero. Ed è lui stesso che lo spiega in prima persona: “Penso che un giudice costituzionale abbia un solo obbiettivo: difendere le scelte contenute nella Costituzione sulla quale ha giurato, anche se dentro di sé non le condivide. Antonin Scalia, grande giudice della Corte suprema americana, riteneva che bruciare la bandiera degli Stati Uniti fosse un comportamento protetto dal primo emendamento alla Costituzione, sebbene da solido conservatore non approvasse affatto quel gesto”.

Le decisioni
Un momento in cui la Corte Costituzionale si riunisce (Ansa Cityrumors.it)

 

Per quel che riguarda il profilo e la storia di un giudice della Consulta è particolare, soprattutto per il ruolo che deve svolgere, a prescindere dalla storia personale di ogni persona: “Nel 1975, all’età di 14 anni, aderii al Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile missina, sull’onda dell’emozione per l’omicidio di Sergio Ramelli. Vivevo a Biella, una città di provincia molto più tranquilla di Milano, ma ebbi comunque, come molti dei miei coetanei negli anni Settanta, un’adolescenza inquieta e periodi di coinvolgente passione politica“.

“Sono nato a destra e oggi mi considero un tranquillo conservatore”

I giudici
Alcuni giudici della Corte Costituzionale (Ansa Cityrumors.it)

 

E la storia di Nicolò Zanon parte da molto lontano, si da quando giovane si avvicinò alla destra, ma da quello che racconta era un ragazzo che credeva fermamente in quello che faceva: “All’inizio degli anni Ottanta mi avvicinai alla Nuova Destra guidata da Marco Tarchi, movimento culturale che tentava di ammodernare i riferimenti ideali della destra italiana. Leggevamo di tutto, scrivevamo, organizzavamo convegni. Anche quelli furono anni carichi di passione. Nel frattempo, dopo la laurea a Torino, iniziavo la carriera universitaria nel settore del diritto costituzionale“. Una carriera importante quella da giudice della Consulta e senza alcuna macchia anzi, è stato un giudice rigido e rigoroso nell’applicazione delle norme e nella salvaguardia della Costituzione.

Per molti, quello di Zanon, è un percorso assai anomalo per un giudice costituzionale, ma lui non ne ha mai fatto un problema, tutt’altro: “Mi considero un tranquillo conservatore. Ma se ripenso agli anni giovanili, mi viene in mente quel che cantava Edith Piaf: “Non, rien de rien, je ne regrette rien…”“. Pensare che a nominarlo fu Giorgio Napolitano: “Era un uomo di straordinaria curiosità intellettuale e di grande larghezza di vedute. Il rapporto con lui si era consolidato mentre ero consigliere laico del Csm, sotto la sua presidenza. Quando mi telefonò per chiedermi la disponibilità alla nomina mi disse che era suo dovere “assicurare la presenza in Corte di tutte le aree culturali

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