Le ultime scoperte scientifiche testimoniano la presenza di Dio. Due autori le hanno raccolte in un volume, che sta spopolando. E che svela la verità
Da una parte la scienza, con le sue regole, dall’altra la fede e la religione. Due mondi distanti e spesso in contrapposizione. O forse, sarebbe più giusto dire che, tra i due mondi, uno ha sempre manifestato una forte indisponibilità verso l’altro. La scienza non ha mai accettato che qualcosa o qualcuno provasse ad andare oltre le proprie convinzioni, chiudendosi a riccio. Per secoli il mondo scientifico ha orientato il proprio pensiero in un unica direzione: spiegare la creazione dell’Universo, senza la necessità di riconoscere la figura di un Dio Creatore. Ma con il passare del tempo, le cose sono cambiate, e numerose prove hanno testimoniato una verità diversa.
Alle nuove ricerche e alla conferma documentale della possibilità di arrivare a Dio grazie alla ragione, è dedicato un libro, che a poca distanza dalla sua diffusione ha già fatto registrare record di vendite in tutto il mondo. Dio. La scienza, le prove. L’alba di una rivoluzione questo il titolo del saggio firmato da due autori: Michel-Yves Bolloré e Olivier Bonnassies. Due uomini di scienza, che provano a spiegare al loro mondo, che Dio esiste, smontando convinzioni e credenze. Nessuno dei due viene infatti dal mondo cattolico: il primo è un ingegnere informatico e docente all’Università di Parigi, il secondo è invece un imprenditore, diplomato all’École Polytecnique di Parigi e laureato in teologia all’Institute Catholique, sempre della capitale francese.
Il senso del libro è chiaro: chiedere al lettore se “Esiste un Dio Creatore”. “Per farlo – spiega Bonnais, che a settembre compirà 58 anni, mettiamo a disposizione del lettore, giudice di questa inchiesta, una dozzina di dossier tematici indipendenti per offrire un quadro il più possibile completo sull’argomento”. Bonnais non si nasconde: racconta che per anni è stato ateo e che ha pensato esclusivamente al business e alla vita d’impresa. Il successo e i soldi non mancavano. Ma si è immediatamente reso conto che tutto questo non lo portava alla felicità: “Ho cominciato a farmi domande sul senso della vita: da dove veniamo? Dove andiamo? Qual è il significato? Ero convinto che non ci fossero risposte, perché altrimenti tutti le avrebbero trovate e me lo avrebbero rivelate, così ho iniziato a cercare, ma senza molte speranze. Per caso mi sono imbattuto in alcuni libri che sostenevano l’esistenza di forti ragioni razionali per credere in Dio e in Gesù, e sono rimasto sorpreso nello scoprire che queste motivazioni erano estremamente solide se si era disposti a indagare. Oggi sono felice di vedere che la stessa sorpresa è stata condivisa dai lettori del libro”.
L’incontro con Michel-Yves Bolloré arriva per caso, dopo che Bonnassies pubblica un video dal titolo “Dimostrazione dell’esistenza di Dio e ragioni cristiane per credere”. Bollorè è tra i due milioni di persone che visualizzano il video. Contatta l’autore e gli spiega che ne era soddisfatto: ma che insieme si poteva fare qualcosa di più, avendo studiato il tema per trenta anni. “Mi ha detto che era convinto che il grande pubblico non sapesse quanto le cose fossero cambiate grazie alla svolta avuta dalla ricerca scientifica. Il libro è nato così”
Il libro parla di come, nella storia, le conquiste scientifiche sembravano allontanare l’uomo dall’idea della fede e di come invece, negli ultimi anni, questo atteggiamento si sia invertito. La scienza per anni ha sempre provato a spiegare le cose, escludendo l’ipotesi dell’esistenza di Dio. “Le cose sono cambiate con la scoperta della termodinamica, che dimostra che l’universo si sta logorando e dirigendo verso una morte termica. L’universo ha quindi avuto un inizio. E questa scoperta, successivamente confermata da molti altri approcci razionali, ha implicazioni immense perché, se c’è un inizio, c’è un Dio”.
La domanda principale del libro resta una: si può credere in Dio su base razionale? La risposta è secca: “Certo, si può, e sempre di più. A impedire una risposta a questa domanda sarebbe la mancanza di conoscenza che oggi però a livello generale progredisce a rotta di collo grazie alla scienza, a Internet, agli scambi internazionali e ai mezzi di informazione. È un po’ come quando si alza la marea o si dirada la nebbia: la realtà sul campo appare a poco a poco e rivela un paesaggio inaspettato, che cambia tutto. Da soli sarebbe difficile arrivare a una conclusione, ma siamo come Newton che ripeteva: «Ho potuto andare più lontano proprio perché ero appollaiato sulle spalle dei giganti che mi hanno preceduto»”.
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