Il mondo del giornalismo piange uno dei personaggi più importanti e storici. Una morte che ha lasciato un vuoto incolmabile nello sport italiano
Bruno Pizzul è stato sempre il giornalista di riferimento degli anni ’90. E bisogna dire che la sua carriera era iniziata in modo completamente differente. Ovvero da calciatore. I primi passi nel mondo del calcio li aveva mossi proprio sul terreno di gioco diventando professionista nel ruolo centrocampista. Ad un certo punto la svolta in negativo: l’infortunio al ginocchio e la decisione di raccontare le partite.

Una scelta che si è rivelata vincente. Pizzul è diventato forse il telecronista simbolo degli anni ’90 e i primi del 2000. Una voce inconfondibile e partite dell’Italia che sono rimaste nella storia non sempre in positivo. Ora la notizia della morte, avvenuta all’età di 86 anni, che ha sconvolto un po’ tutti. Una scomparsa che lascia un vuoto incolmabile nel mondo del calcio e i messaggi delle squadre in queste ore sono stati diversi proprio per ricordare il telecronista.
Chi era Bruno Pizzul
Come detto in precedenza, la carriera era iniziata da calciatore, ma Bruno Pizzul si è fatto conoscere da tutti soprattutto per le telecronache. Possiamo parlare di un giornalista non proprio fortunato visto che non è mai riuscito a raccontare la vittoria dell’Italia ai Mondiali, ma in carriera è entrato nella storia per aver accompagnato gli italiani in un giorno davvero molto tragico per il mondo del calcio: ovvero la tragica finale dell’Heysel.
“Non avrei mai voluto fare quella telecronaca – ha spiegato successivamente – non tanto per le difficoltà che si sono avute dal punto di vista giornalistico, ma per il fatto che parliamo di una cosa che non è assolutamente accettabile a livello umano“. Ma Pizzul ai tempi lo ha fatto con il suo solito modo entrando comunque nella storia del giornalismo.

Al fianco di Pizzul in tutti questi anni c’è stata la moglie Maria, che lui ha sempre chiamato La Tigre. Un nomignolo sicuramente particolare, ma dovuto ad analogie molto simili con un giocatore della Triestina che era soprannominato in questo modo. Insomma, il calcio ha sempre fatto parte della vita del giornalista e la sua morte, nonostante ormai era da diversi anni in pensione, lascia un vuoto incolmabile in tutto il mondo del pallone mondiale e non solo in quello italiano