Rino Tommasi è morto a 90 anni. Il mondo del giornalismo piange la celebre firma della Gazzetta dello Sport e non solo: le sue frasi celebri.
Rino Tommasi è morto a 90 anni. Giornalista, conduttore e telecronista sportivo. Forse, oggi, è difficile e doloroso per molti cercare di mettere ordine fra le diverse peculiarità di un uomo apparentemente senza tempo. Se è vero che i giornalisti si guadagnano, in senso figurato, l’immortalità grazie alle parole che scelgono, per Rino Tommasi non solo era vero.
Questo rappresentava una certezza. Infatti il suo modo di raccontare, vivere e accompagnare le imprese di tennis e pugilato resterà nella storia: un approccio netto e mai banale, sempre misurato. Senza, però, avere paura di sottolineare anche le critiche più aspre. L’Italia comincia a rendersene conto negli anni ’80, quando Berlusconi affida a Tommasi la redazione sportiva della neonata Canale 5.
Rino Tommasi è morto a 90 anni
In molti pensavano che l’uomo si occupasse soltanto di boxe e tennis, ma in una Cologno Monzese agli albori Rino Tommasi dimostra di avere una duttilità senza paragoni. In chiaro arrivano il SuperBowl, il Football americano e l’NBA. Erano i tempi, tra gli altri, di Larry Bird e Magic Johnson e lo Stivale aveva un occhio e un orecchio dedicato sul mondo.
Quello di Tommasi che, non solo raccontava i cambiamenti nello sport, ma sapeva immergersi in ogni disciplina con lo stesso pathos e la medesima meticolosità. È arrivato anche a parlare di hockey sul ghiaccio. Mediaset, grazie a lui, era diventata il centro nevralgico italiano delle discipline oltre oceano. Mentre, guardando all’Italia, “La grande boxe” come il programma che ha portato sul piccolo schermo passava persino dai suoi consigli.
Tennis, boxe e non solo
Divenne, con il tempo, anche impresario e promotore di un ambiente che aveva fatto suo con la semplicità e la precisione di un gancio destro. Le sue “armi” sapevano pungere senza far male direttamente, usava le parole in maniera stimolante e puntuale. Capace di una sintesi in grado di contestualizzare anziché sminuire.
Due volte, nel 1982 e nel 1991, venne premiato dalla ATP come “Tennis Writer of The Year”. Firma dell’anno, con tanti ringraziamenti da La Gazzetta dello Sport dove ha prestato servizio. Tommasi è stato un grande telecronista, oltre che semplice giornalista, anche per la sua capacità di gestire la cabina di commento: mai invadente e sempre pronto a collaborare. Il duo che formava con Gianni Clerici (morto nel 2022) ha raccontato pagine importantissime di tennis italiano.
Tommasi-Clerici, la nascita di “ComputeRino” e “Dottor Divago”
Il soprannome di Tommasi, coniato dal collega, era “ComputeRino” per la capacità di quest’ultimo di immagazzinare dati e statistiche. Mentre Tommasi chiamava Clerici “Dottor Divago” per la sua tendenza ad aprire parentesi piuttosto importanti con aneddoti corposi. Insomma a ciascuno il proprio dono, ma insieme formavano una delle coppie televisive più avvincenti.
Quello che oggi varrebbe per Caressa e Bergomi, volendo scomodare l’attualità. Tornando al passato recente, invece, Tommasi aveva coniato tutta una terminologia specifica che lo ha reso senza tempo. In questo tanti hanno cercato di ispirarsi: il primo, considerando gli anni 90-2000, fu Piccinini cercando di utilizzare termini che avrebbe riproposto soltanto lui.
“Circoletto rosso” e gli altri tormentoni
Tommasi aveva una lunga lista: “Palla calante, volèe perdente”, oppure “circoletto rosso”, quando arrivava una giocata degna da essere evidenziata. Senza contare le massime che lo hanno iscritto nella storia della retorica sportiva italiana: “I pronostici li sbaglia solo chi li fa”, oppure “Il computer sa fare il conto, ma non conosce il tennis”.
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Tommasi resta una fonte d’ispirazione anche per i modi cordiali e mai sopra le righe durante un evento: il suo commento era, sì, pungente ma mai eccessivo. Sceglieva bene le parole da dire, ma ancor più quelle da non dire. Ecco perchè oggi cala il sipario su una fondamentale pagina di storia sportiva, attraverso il commiato di uno dei suoi più grandi protagonisti.