Il paese è stato accusato di “sportswashing”, ovvero di cancellare i problemi con gli eventi sportivi. E in ballo ora c’è il Mondiale 2034
L’Arabia Saudita ha intenzione di entrare sempre di più nel mondo del calcio da protagonista, cercando di organizzare un edizione dei prossimi Mondiali. Parlando alla BBC a Jeddah, il principe Abdulaziz bin Turki Al Faisal ha parlato delle critiche mosse alla sua nazione: “Molte delle persone che ci accusano non sono mai state in Arabia Saudita, né hanno visto cosa stiamo facendo”. Il governo saudita sostiene che tutti gli ultimi investimenti stiano rilanciando di gran lunga l’economia, aprendola al turismo e ispirando le persone a essere più attive.
Tanti attivisti negli ultimi tempi sostengono che tutte le spese del paese nel mondo dello sport sono state realizzate solo per distrarre il pubblico dai tanti problemi di reputazione dell’Arabia Saudita, come la situazione dei diritti umani, l’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi nel 2018 e la guerra nello Yemen. È un processo conosciuto come come “sportswashing”. Il principe Abdulaziz, a riguardo, ha affermato che queste accuse sono “molto superficiali”. “Venti milioni di persone della nostra popolazione hanno meno di 30 anni, quindi dobbiamo coinvolgerli: stiamo svolgendo il nostro ruolo per sviluppare lo sport nel mondo e far parte della comunità internazionale”.
Poi, sulla possibilità di ospitare la Coppa del Mondo 2034, ha detto: “Lo stiamo dimostrando: abbiamo ospitato più di 85 eventi globali e ci siamo comportati sempre al massimo. Vogliamo attrarre il mondo attraverso lo sport. Speriamo, entro il 2034, che la gente possa avere una Coppa del Mondo straordinaria.” Dal canto suo, la FIFA è costantemente esortata a garantire prima tutti gli impegni per il miglioramento dei diritti umani e poi di di confermare formalmente la Coppa del Mondo saudita.
Secondo le linee guida dell’associazione, i paesi che si candidano ad ospitare l’evento devono impegnarsi a rispettare tutti i diritti umani. “Ogni paese ha margini di miglioramento, nessuno è perfetto. Lo riconosciamo e questi eventi ci aiutano a riformarci verso un futuro migliore per tutti”, ha continuato il principe saudita Abdulaziz. “Tutti sono i benvenuti nel regno. Come ogni altra nazione, abbiamo regole e regolamenti che tutti dovrebbero rispettare. Quando arriviamo nel Regno Unito rispettiamo le loro regole, sia che le riteniamo giuste che no. Con gli 85 eventi che abbiamo avuto e ospitato finora, non abbiamo mai avuto problemi.”
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